Il monumento del Redentore
Sulle sponde del porto d'Ischia, dinanzi alla Chiesa di Portosalvo, si erge un monumento a Cristo Redentore, Re del mare. Su un piedistallo di pietra vesuviana, alto metri 7,29, semplice e svelto in tutta la bellezza del rinascimento, condotto su disegno dell'ing. Francesco de Fusco, semplificato - d'ordine del Comitato - per adattamento locale ed eseguito dall'ing. Luigi Parisi, coadiuvato dal figlio Enrico, maestosamente posa, benedicente al mare, il simulacro di Cristo. La statua, di ghisa bronzata, alta due metri, senza contare la Croce che di quasi un metro si leva sulla testa, del peso di quindici quintali, è opera della ditta romana Rosa e Zanazio. A rompere il capo uniforme della pietra arsa, spiccano nel davanti lo scudo gentilizio di Mons. Mario Palladino, vescovo d'Ischia, e la bianca lapide marmorea recante l'iscrizione: A Gesù Cristo Redentore Re del mare l'Isola d'Ischia 1903
La prima pietra per la realizzazione del monumento fu messa il primo marzo del 1903; il suolo fu concesso gratuitamente dal Comune d'Ischia. Rinchiusa in astuccio di ferro venne murata la seguente epigrafe:
Il
giorno 1 marzo 1903
fu posta questa prima pietra
del monumento
a Gesù Redentore Re dei mari
col festivo concorso
del Vescovo del Clero del Popolo
che nel giubileo pontificale
di Leone XIII
vollero insieme glorificare
Cristo e il suo Vicario
Dopo otto mesi si conclusero i lavori e la statua si elevò maestosa e benedicente sul porto. L'8 novembre 1903 ci fu la solenne inaugurazione. "Volendosi erigere in Ischia - scrisse il Can. Francesco Iovine - un monumento a Gesù Redentore, stimo ragionevole che tale monumento si eriga sul porto".
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Nell'occasione un messaggio autografo inviato dal Patriarca di Venezia (Giuseppe Sarto), poi Papa Pio X, così recita: "Dalla città della Laguna mando un riverente saluto all'isola d'Ischia, al vago gioiello che splende nel golfo, che chiama a diporto i viaggiatori e li incanta colle sue bellezze; e congratulandomi coll'Eccellenza Rev.ma per il conforto di vedere i suoi figli, che innalzano un monumento a Gesù Redentore, m'unisco a loro nel cantarne le glorie celebrate dal Profeta nel Salmo settantesimo primo, col desiderio ardente che l'omaggio al Re immortale dei secoli da codesta spiaggia sia portato dovunque arriveranno le acque, a mari usque ad mare, e si avveri il voto che tutta la terra lo adori, canti le sue lodi e inneggi al suo nome".