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L’isola d’Ischia è ricca di chiese, di cui molte, già di diritto patronale, risalgono ad antichi tempi e sono dotate di opere artistiche (statue e quadri) di autori isolani ed esterni molto rinomati.

Barano - Casamicciola - Forio - Ischia - Lacco Ameno - Serrara Fontana

BARANO - In mezzo ai castagneti del Cretaio sorge la c. del Crocifisso: costruita dalla famiglia Menga nel 1731 e, rifatta più di una volta, soprattutto dopo il terremoto del 1883, è stata ricostruita di recente dal comune di Barano, sottraendola alla speculazione dei privati. Sull’altare si venera un grandissimo Crocifisso ligneo della metà del secolo XVIII. Nei venerdì di marzo e di quaresima arrivano in pellegrinaggio a questa chiesa gruppi di fedeli delle zone limitrofe di Barano, di Casamicciola e Ischia Porto, nonché gruppi di studenti delle scuole superiori, abbandonatisi nei primi tepori primaverili ai classici “filoni” scolastici.  - c. di S. Maria la Porta: si affaccia sulla Piazza di Piedimonte, anticamente Piejo; un tempo dedicata all’Immacolata, di cui si conserva una interessante tela. Fu fondata nel secolo XVIII ed è stata costituita a parrocchia nel corso del secolo XX. Nella navata di destra vi sono le tombe di Mons. Giovanni Scotti (1874-1931), arcivescovo di Rossano Calabro, e del fratello Mons. Ciro Scotti (1883-1943), vicario generale della diocesi d’Ischia e autore di un libretto sulla possibile identificazione di Ischia con la terra dei Feaci e la omerica Scheria. - c. parrocchiale di S. Giorgio: parrocchia molto antica di cui si hanno notizie d’archivio dal secolo XVI. Il culto di S. Giorgio è documentato, tuttavia, già dal secolo XIV: è venerato, infatti, come patrono minore dell’isola d’Ischia. I documenti d’archivio ci tramandano notizie sull’invasione operata dal corsaro Barbarossa nel 1536 e nel 1544, nonché il numero dei prigionieri che furono portati via per essere venduti come schiavi in Algeria. La chiesa è stata rifatta nel sec. XVIII e decorata di stucchi da Domenico Savino nella prima metà del sec. XIX. Vi sono alcune tele di un certo interesse. Quella che oggi costituisce la navata di destra è l’antico oratorio della Confraternita di S. Maria di Costantinopoli che dal 1928 si trova nella chiesa della Madonna delle Grazie. - c. della Madonna delle Grazie: situata lungo la via S. Giorgio. Fondata nel 1748 dal sacerdote Aniello Nobilione. La facciata è moderna. L’interno presenta una decorazione a stucco di un ignoto maestro stuccatore del sec. XVIII. Di particolare interesse sono la tela che pende sull’altare e quella sotto il soffitto attribuita a Cesare Calise, pittore foriano. Vi si ammirano statue lignee di un certo interesse. Oggi la chiesa è sede della Confraternita S. Maria di Costantinopoli. - c. parrocchiale di S. Sebastiano: sorge sulla piazza di Barano e fu fondata forse alla fine del secolo XVI e dal 1610 al 1653 fu un convento agostiniano, fondato dal cartografo fra Cosmo da Verona, autore anche di una carta dell’isola. Divenne parrocchia nel 1641, quando i frati lasciarono la chiesa e il convento. La chiesa presenta tre navate, con una bella decorazione a stucco di gusto neoclassico. Vi sono alcune tele di Alfonso Di Spigna ed altre attribuite ad un suo seguace. Si può ancora ammirare una statua a mezzo busto di S. Sebastiano, risalente al secolo XVIII. Il  campanile fu costruito nel 1704. <<<

CASAMICCIOLA TERME - c. di San Giuseppe, annessa alla Casa di riposo Don Orione (già Villa Joseph): ambedue realizzate, secondo l’aspirazione del parroco don Giuseppe Morgera, per portare aiuto agli anziani poveri. La chiesa nel 1947 fu eretta in seconda parrocchia, ma il titolo fu poi trasferito nella chiesa di S. Antonio da Padova, presso il cimitero. Nel 1957 tutto fu donato dalla Signorina Morgera all’Istituto religioso Piccola Opera della Divina Provvidenza di Don Orione, e la casa di riposo fu ricostruita e portata a termine nel 1981. In Piazza Bagni si trova anche una cappella gentilizia della Pensione Terme Lucibello, dedicata a San Francesco d’Assisi, aperta al culto dal vescovo Giuseppe Candido il 14 luglio 1892. – c. di S. Maria dei Suffragi detta del Purgatorio: sulla Sentinella, fondata verso il 1695. Nel 1720 viene indicata come di diritto patronato della famiglia Sacchetti. La chiesa fu ristrutturata nel 1890 e nel 1949 ed ancora rifatta, dopo un incendio, negli ultimi anni. Vi è un solo altare e vi si venera l’Addolorata. - c. parrocchiale del Sacro Cuore e di S. Maria Maddalena: situata nella zona alta di Casamicciola, fu costruita nel 1896, dopo che il terremoto del 1883 aveva distrutto l’antica parrocchia situata al Maio. Molte furono le difficoltà per la sua realizzazione, concernenti specialmente la scelta della sua ubicazione. La chiesa presenta tre navate e nove altari. L’altare maggiore è in marmi policromi; nell’abside da notare la poltrona e gli sgabelli dai piedi decorati da volute, in legno intagliato e dorato, stoffa dell’artigianato campano, fine del XIX secolo. Le statue del Sacro Cuore di Gesù e di S. Maria Maddalena provengono da Venezia e furono donate al parroco Morgera dal re Francesco II di Borbone. Da notare ancora il pulpito, a cassa quadrangolare, che poggia sulle ali spiegate di un’aquila (fine secolo XIX, artigianato campano). - c. dell’Immacolata: sulla Sentinella, lungo Via Castanito, anticamente dedicata a S. Antonio, fondata nel 1703. Distrutta dal terremoto del 1883 fu ricostruita ad opera del vescovo d’Ischia Mons. Gennaro Portanova e fu riaperta al culto nel 1885 con il titolo di Chiesa di Maria SS. Immacolata, di cui  vi è una scultura in legno della scuola napoletana del ‘700 con corona aurea, opera dell’orafo G. Visconti di Napoli. Si narra che la statua, nel terremoto del 1883, fu tratta in salvo da tre soldati, i quali ne videro affiorare la testa dalle macerie con accanto un pilastro, pendente, sul punto di crollarvi sopra. I soldati la tirarono fuori con non poche difficoltà e vi erano appena riusciti quando il pilastro crollò. - c. di S. Pasquale Baylon: al corso Vittorio Emanuele, fondata nella prima metà del 1700 da Francesco Antonio Corbera. In seguito, nel 1889, fu concessa alla Congrega di S. Anna. Dopo il terremoto del 1881 accolse la pia opera laicale Santa Maria del Suffragio, istituita nel 1872 dal sacerdote Vincenzo Piro nella chiesa del Purgatorio al Maio, che fu appunto distrutta dal terremoto del 4 marzo 1881. Sull’altare maggiore in marmo troneggia la statua lignea in un sol pezzo di S. Pasquale. Da ammirare l’artistica Via Crucis, pittura ad olio della contessa Giulia von der Pahler in Sarnoyloff del 1844. - c. di Sant’Antonio da Padova: situata sulla sommità di Via Castiglione, quasi attaccata al Cimitero. Come si presenta è il risultato di vari interventi su una chiesetta rurale, fondata nel 1692, da Cesare Corbera, che ottenne per sé e suoi eredi il diritto di patronato. Nel 1855 gli eredi di C. Corbera accettano che alcuni devoti, a proprie spese, ricostruiscano e abbelliscano la chiesa. Non subì gravi danni dal terremoto del 1883. Lavori quasi ex novo furono fatti eseguire dal rettore don Filippo Buono e nel 1956 vi fu trasferita la parrocchia di San Giuseppe (parroco don Vittorio Iacono), titolo che nel 1986 fu mutato in quello di parrocchia di S. Antonio da Padova, la cui statua troneggia sull’altare marmoreo. - c. del Buon Consiglio: situata in Piazza Marina e detta anche chiesa dei marinai, fu fondata da un gruppo di patroni marittimi nel 1821/24. Con rescritto reale del 16 gennaio 1833 venne riconosciuta ai compatroni l’amministrazione in proprio della chiesetta, il che consolidò il diritto di patronato. In seguito ampliata. Dopo il terremoto del 1883, distrutta la parrocchia di S. Maria Maddalena al Maio, vi fu temporaneamente trasferita la cura parrocchiale. L’interno è costituito da un’unica navata. Sui lati, fin dalle origini, due altari: uno dedicato alle Anime del Purgatorio e l’altro a S. Giovanni Battista. Sull’altare maggiore vi è un quadro di autore ignoto, dedicato alla Vergine del Buon Consiglio. Si notano affreschi di Canino e una statua che si presume costruita verso la seconda metà del ‘700 da ignoti artisti laziali. - c. di S. Maria della Pietà lungo il corso Manzi; ospita l’antica congregazione di S. Maria della Pietà, situata al Maio prima del terremoto del 1883 e successivamente traslocata nella diruta e abbandonata chiesa di S. Giovanni alla Marina e riorganizzata ad opera del sac. Saverio Iaccarino. Vi si venera anche S. Gabriele. c. di S. Gabriele dei Passionisti, aperta nel gennaio 1931, annessa all’omonimo convento. <<<

FORIO - c. di S. Carlo Borromeo: si trova nella zona del Cierco, molto interessante sotto l’aspetto architettonico, del 1620, a croce latina, con una sola navata. Il portale esterno, archi, cornicioni, pilastri sono costruiti in tufo verde locale. All’interno contiene tavole, tele, affreschi, per lo più del pittore foriano Cesare Calise (1560-1640). La chiesa non presenta più la volta originale, rovinata insieme con la cupola a causa del terremoto del 1883. Vi è venerata la Madonna della Libera, raffigurata in una statua lignea del XVIII secolo.  - c. di S. Gaetano: sorge all’ingresso del centro abitato di Forio, nella piazzetta Luca Balsofiore, una volta Piazza San Gaetano, e presenta una facciata tipica delle chiese foriane e la svettante cupola che caratterizza il panorama della cittadina. Interessante è la facciata laterale che dà sulla strada Filippo di Lustro (patriota della fine del secolo XVIII). La chiesa fu fondata da marinai del posto nel 1655 su una zona di terra donata dall’Università di Forio. L’interno, ad una navata con cappelle laterali, presenta alcuni dipinti di Alfonso Di Spigna (1697-1785) con altre opere d’arte del sec. XVIII.  - c. di S. Maria al Monte: sull’omonima collina, fu fondata verso il 1596 dalla famiglia Sportiello. All’interno ha una sola navata con abside. Una tavola di anonimo raffigura la Madonna con i santi Antonio Abate e Paolo eremita. Da segnalare il ligneo altare e un paliotto dipinto con motivi a fiorami certamente del primo Seicento. La chiesa è sede di pellegrinaggi, provenienti anche dai paesi circostanti, nel mese di settembre. Sulla collina inoltre si portano numerosi turisti, in quanto essa offre occasione di escursioni verso il monte Epomeo e magnifici squarci panoramici su Forio e i suoi tramonti.  - c. di S. Maria Visitapoveri: sulla Piazza del Municipio, fu fondata verso il 1614, costituendo un centro di intensa attività spirituale e di culto verso la Madonna delle Grazie, titolare della chiesa. Nel 1670 subì un disastroso incendio, ma fu presto restaurata. Vi si ammira una splendida decorazione a stucco di Francesco Starace. L’architettura presenta una caratteristica tutta propria nella duplice facciata: quella della chiesa e quella che chiude il cortile. Essa può dirsi una vera pinacoteca dedicata ad Alfonso Di Spigna. Infatti dei dieci dipinti che vi sono conservati ben otto sono del citato pittore, tra cui l’Annunciazione e la Visita ad Elisabetta. Ad Anna Maria Mannecchia o a Guido Reni è attribuita la tela del Battista con il Redentore.  - c. di San Leonardo: sorge al centro dell’abitato di Panza, frazione del Comune di Forio, sull’alto di una gradinata con ampio cortile. La sua esistenza è documentata già nel 1536, ma fu ricostruita dall’Università di Forio nel secolo XVIII. L’interno si presenta a tre navate con abside e copertura a cassettoni. La decorazione a stucco è opera di Cesare Starace. Vi sono conservate opere d’arte di particolare interesse. - basilica pontificia di S. Maria di Loreto: al centro di Forio; appartiene all’Arciconfraternita di S. Maria di Loreto. Centro della spiritualità mariana di Forio e dell’isola, ha avuto origine, secondo la tradizione, nel secolo XIV. La chiesa fu ampliata a partire dalla seconda metà del secolo XVI, adornata di stucchi e di marmi preziosi nel secolo XVIII. Nel corso dei secoli è stata il centro di una intensa attività benefica che si realizzava attraverso varie forme di assistenza. La Basilica è ricca di opere d’arte non solo pittoriche, ma anche scultoree, e di preziosi oggetti di culto. Vi è venerata in modo particolare la Madonna di Loreto, la cui icona è collocata in fondo all’abside in un trono di marmo. L’immagine, dipinta su tavola da Decio Tramontano nel 1560, è stata incoronata di corona d’oro dal Capitolo Vaticano di S. Pietro il 29 luglio 1787, dal card. Luigi Lavitrano, per mandato di papa Pio XI, il 25 luglio 1937 e dal card. Giuseppe Casoria il 26 luglio 1987. Annesso alla basilica vi è l’Oratorio dell’Assunta, forse del sec. XVI: del sec. XVIII sono la decorazione a stucco, le tele di Severino Galante, la cantoria con l’organo; del 1800 il pavimento maiolicato. - c. della Madonna del Soccorso: a picco sul mare, ha anche dato il nome al piccolo promontorio. Antico convento degli Agostiniani, fondato verso il 1350 e soppresso nel 1653. La chiesa è conosciuta in tutto il mondo per la sua posizione e per la sua singolarissima architettura che rappresenta il capolavoro di quel tipo di facciata tipico dell’architettura locale. Il sagrato e parte delle pareti laterali sono rivestiti di maioliche con motivi ornamentali, scene della passione di Gesù e vari Santi che risalgono al secolo XVIII. L’interno è anch’esso di grande interesse per il succedersi dei tipi di volta. Si presenta ad una navata con cappelle laterali e l’abside sulla quale, fino al terremoto del 1883, s’innalzava una svettante cupola. Nella cappella di sinistra si venera un Crocifisso taumaturgico, scultura di ispirazione catalana del sec. XVI. La chiesa conserva diverse opere d’arte tra cui una pala di Cesare Calise raffigurante S. Agostino. - c. di S. Francesco di Assisi: si trova accanto alla Chiesa di S. Maria Visitapoveri, in Piazza Municipio, con annesso convento. Quest’ultimo fu fondato nel 1646, mentre la chiesa una ventina di anni dopo a spese degli abitanti dell’Università di Forio con le gabelle che dovevano pagare sui beni di prima necessità quali farina, pane, vino ed altro. La chiesa è ad una navata con cappelle laterali e presenta una ricca decorazione a stucco. Vi si ammirano diverse opere d’arte di pittori e scultori dal XVII al XIX secolo: Cesare Calise, Filippo Ceppaluni, Evangelista  Schiano, Pietro Bordoni, Giuseppe Simonetti, Mattia Preti.  – c. di S. Francesco Saverio:  sorge lungo la statale verso Panza, in località Cuotto, di proporzioni limitate, ma interessante per la sua forma architettonica. Fu fondata nel 1742 e conserva una tela di Di Spigna ed una Pietà di Gennaro Migliaccio, pittore foriano del secolo XVIII. - In Via Bocca vi è la c. di San Domenico, fondata nel sec. VIII. Particolare la forma abbastanza insolita, quasi rastremata, della facciata. - c. parrocchiale di S. Sebastiano: sorge in via S. Antonio Abate, anticamente dedicata al “Santo Nome di Maria e S. Antonio Abate”, costruita a spese dell’Università di Forio all’inizio del sec. XVIII. Divenne sede della parrocchia di S. Sebastiano nella seconda metà dello stesso secolo in seguito alla demolizione dell’antica chiesa parrocchiale per far posto ad una nuova chiesa progettata dall’architetto fiorentino Ferdinando Fuga. Tale costruzione fu voluta e sostenuta finanziariamente dall’Università, ma non fu mai portata a termine. Fortemente lesionata dal terremoto del 1883, fu completamente demolita all’inizio del secolo XX. La chiesa di S. Antonio Abate fu anch’essa danneggiata dal terremoto, ma fu restaurata ed allargata un poco. Molto venerata è l’immagine della Vergine Addolorata, ma vi sono anche interessanti opere di pittura e scultura. - c. parrocchiale di San Vito: nella parte alta di Forio, dedicata al patrono S. Vito, elevata al titolo di Basilica Pontificia il 28 luglio 1988. Le origini della chiesa e della parrocchia sono remotissime. Un documento del 1306 rivendica ai Foriani il diritto di patronato sulla chiesa che essi detenevano già da epoca immemorabile. La chiesa fu ampliata all’inizio del sec. XVII e completamente ricostruita tra il 1730 ed il 1750 circa a spese dell’Università di Forio. La facciata monumentale fu completata nella seconda metà del sec. XIX.  L’interno si presenta a tre navate con una decorazione a stucco realizzata da F. Starace nella seconda metà del secolo XVIII ed è ricca di numerose opere d’arte sia di scultura che di pittura. Nella navata di destra vi è un trittico, risalente all’inizio del XVI secolo e completato, forse, da Cesare Calise raffigurante la Madonna delle Grazie ed i santi Vito e Caterina di Alessandria e una lunetta con la Crocifissione. L’opera più importante è la statua di S. Vito in argento e rame dorato del 1787. - Nella zona di Monterone vi sono due chiese: la c. di S. Michele Arcangelo, sede della parrocchia omonima; costruzione di un bel rococò, fondata nel 1746. Vi si ammirano tre grandi tele di Alfonso Di Spigna ed altre tele più piccole del sec. XVIII. L’altra è la c. di S. Lucia, fondata nel 1646. Completamente distrutta dal terremoto del 1883 è stata ricostruita in forme molto semplici. Dell’antica chiesa si conserva l’altare marmoreo del sec. XVIII. - Nella zona periferica tra Lacco e Forio sorgono altre due chiese. Presso la spiaggia detta di S. Francesco di Paola, una volta detta di Montevergine, sorge la c. parrocchiale di S. Maria di Montevergine meglio conosciuta come chiesa di S. Francesco di Paola, antico eremitaggio fondato dall’Università di Forio alla fine del sec. XVI. La chiesa è stata ristrutturata ed allungata negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale. Conserva alcune opere d’arte dei secoli XVII e XVIII ed una statua lignea di S. Francesco di Paola molto venerata anche dagli abitanti dei comuni limitrofi. Lungo la strada Statale 270, invece, sorge la c. del Purgatorio, dalla particolare architettura di carattere locale. Fu fondata nel 1742 e conserva alcune opere d’arte del sec. XVIII. <<<

ISCHIA. Le colline che circondano il porto d’Ischia, dette di S. Alessandro e di S. Pietro, prendono il nome da due cappelle ivi esistenti. Intorno alla cappella di S. Alessandro, che risale al secolo XIV, si possono ammirare alcune testimonianze architettoniche del periodo durazzesco (secolo XIV), inglobate nelle costruzioni dell’attuale villaggio. Sulla collina di S. Pietro, invece, si ammirano i ruderi della chiesetta di S. Pietro, presso la quale, nel medioevo, vi era forse un conventino di monaci basiliani.  - c. Collegiata dello Spirito Santo: fondata nel 1570 dai marinai del Borgo di Celsa, che adattarono a loro chiesa una cappella dedicata a S. Sofia della famiglia Cossa. Con parte dei proventi della loro attività marinara organizzarono un vasto programma spirituale ed assistenziale. Qui fu subito trasferita anche la parrocchia di S. Vito di Campagnano. Venne ricostruita nel secolo seguente e aperta al culto nel 1672. Nel 1851 papa Pio IX la elevò a collegiata con un capitolo di canonici. Sede del culto di S. Giovan Giuseppe della Croce, francescano alcantarino nato a Ischia nel 1564 e morto a Napoli nel 1734, è ricca di opere d’arte. Notevoli gli altari di marmo del secolo XVIII, la grande pala della Pentecoste di A. Di Spigna, mentre altre opere sono di Giuseppe Bonito, Paolo de Matteis, Cesare Calise, Fabrizio Santafede.  - c. dell’Annunziata: domina la piazza di Campagnano con la parte superiore della facciata adorna di uno splendido rivestimento maiolicato con due pannelli centrali: S. Giovan Giuseppe che riceve il Bambino dalla Madonna, datato 1896, e l’Annunciazione di Maria. Nel secolo XVII esisteva nella zona una chiesa dedicata a S. Sebastiano in cui si venerava  l’Annunciazione di Maria. Non si sa se in seguito questa  abbia cambiato titolo oppure, abbandonata, ne sia stata costruita un’altra sotto il titolo dell’Annunziata, che fu restaurata ancora nel 1792. All’interno si ammirano qualche tela e un bell’altare maggiore di marmi policromi del XVIII secolo.  - c. di S. Anna: presso la torre detta di Michelangelo, nella quale vi sono alcune sale adorne di affreschi del secolo XVI, quasi sul mare. Essa risale alla prima metà del secolo XVI e fino agli anni ’30 dello scorso secolo vi si recavano in pellegrinaggio  le famiglie ischitane con le barche il 26 luglio, festa di S. Anna; ai riti devozionali faceva seguito un picnic a base per lo più di melanzane al forno. Tale usanza ha poi dato origine alla moderna festa con le barche addobbate allegoricamente che si svolge nello specchio d’acqua tra il castello e gli scogli di S. Anna.  -  c. di Sant’ Antonio di Padova: costruita forse verso la metà del sec. XIV dagli abitanti della Città e del Borgo di Celsa, sotto il titolo di S. Maria della Misericordia, nel 1484 fu donata ai frati Conventuali che vi annessero un convento e cambiarono il titolo in S. Maria delle Grazie e S. Antonio di Padova. Notevoli sono la lanterna che sovrasta la cupola e la scenografia dipinta sulla porta d’ingresso; vi sono anche tre tele di A. Di Spigna e una statua a mezzo busto dell’Ecce Homo, attribuita allo scultore Giacomo Colombo degli inizi del XVIII secolo. In una saletta attigua alla chiesa si ammirano diverse tavole che facevano parte di un polittico portato qui dal castello, in cui si indicano ritratte le figure di Costanza d’Avalos e Vittoria Colonna. Il 30 settembre 2003 sono state qui traslate le spoglie mortali di San Giovan Giuseppe della Croce.  - c. di S. Girolamo: Lungo il corso Vittoria Colonna s’incontra la cappellina dedicata alla Madonna della Pace, ma meglio conosciuta come “di San Girolamo”, al quale santo anticamente era consacrata. Oggi costituisce la cappella delle Suore Figlie della Chiesa. Essa esisteva già all’inizio del secolo XVI perché  verso il 1543 l’Università di Ischia la donò ai frati Agostiniani del convento di S. Maria della Scala. Fino al secolo XIX è stata un eremo. In un angolo esterno una lapide, dettata dal vescovo Mons. Palladino, ricorda il IV centenario delle nozze di Vittoria Colonna con Ferrante  d’Avalos avvenute, nel 1509, sul Castello d’Ischia.  - c. di San Pietro: sorge in via Roma su un ampio sagrato e si distingue subito per la sua singolare architettura, a pianta centrale con cappelle laterali; fu aperta al culto nel 1781 ed era inizialmente dedicata alla Madonna delle Grazie e alle Anime del Purgatorio, per cui era detta anche “del Purgatorio”. Notevole la decorazione a stucco realizzata negli anni settanta del secolo XVIII dallo stuccatore napoletano Francesco Starace. Sugli altari si ammirano cinque tele di Carlo Borrelli Ponticelli, pittore attivo nella seconda metà del secolo XVIII. La cupola è coperta da mattonelle smaltate, rutilanti al sole, uscite  dalla bottega dei riggiolari Chiaiese. Dal 1958 la chiesa è  sede della parrocchia S. Maria delle Grazie. Particolarmente venerata è la statua di S. Pietro. Qui nel 1799 fu giustiziato il patriota Pasquale Battistessa e sepolto con altri patrioti. - c. di S. Maria di Costantinopoli: arciconfraternita accanto alla Chiesa dello Spirito Santo in Ischia Ponte, fondata nel 1613 e rifatta nel 1693. La statua della Madonna, che risale al secolo XVII, fu incoronata dal Capitolo Vaticano il 25 agosto 1794. Nei giorni di festa viene ricoperta di abiti e di oggetti preziosi. Di notevole vi è anche il medaglione del paliotto raffigurante la Madonna del Granato: è sicuramente la parte centrale di un sarcofago smembrato, proveniente dal Castello. - c. cattedrale dell’Assunta:  fino al 1809 costituiva la chiesa dell’omonimo convento agostiniano, fondato dalla famiglia Salvacossa, sicuramente nella seconda metà del sec. XIII. Essa fu ricostruita agli inizi del secolo XVII e verso la metà del secolo XVIII su progetto di Antonio Martinetti. La decorazione a stucco è opera di Cesare Starace, realizzata nel quinto decennio del secolo XVIII. Soppresso il convento nel 1809, l’anno successivo la chiesa fu trasformata in cattedrale perché quella del Castello era stata bombardata nel corso delle operazioni belliche tra francesi e anglo-borbonici nel 1809. Il marmoreo altare maggiore con la balaustra sono opera di un ignoto marmoraro del secolo XVIII e provengono dalla cattedrale del Castello. Gli altari laterali invece furono realizzati durante l’episcopato di Giuseppe d’Amante (1818-1844). Nella prima cappella della navata di sinistra vi è il battistero, al quale fu battezzato il 15 agosto 1654 Carlo Gaetano Calosirto, futuro S. Giovan Giuseppe della Croce - c. di Gesù Buon Pastore: sorge in via Leonardo Mazzella, sede parrocchiale. La chiesa è moderna, costruita circa quaranta anni fa, ma la parrocchia è molto antica. Il titolo originario era S. Vito ed era unita alla Collegiata dello Spirito Santo. Nel 1974 la parrocchia fu staccata dalla Collegiata e trasferita in questa chiesa, che ha poi assunto il titolo di Gesù Buon Pastore. - c. parrocchiale di S. Ciro: presso le Nuove Terme Comunali d’Ischia; sorse nei pressi di una cappellina, dedicato allo stesso Santo, edificata nel 1893. La chiesa grande invece, costruita nel 1926, è a pianta centrale a croce greca, coperta da una cupola. Molto venerata è l’immagine di San Ciro.  - c. parrocchiale di S. Maria di Portosalvo: s’innalza dinanzi al porto d’Ischia, è a pianta basilicale, fu fatta costruire dal re Ferdinando II di Borbone (che fu anche autore della trasformazione del lago in porto) nel 1854, per cui era di regio patronato, benedetta nel 1857. All’interno si ammirano due tele di V. de Angelis ed un’altra di Santoro. Fu eretta a parrocchia nel 1932. In contrada Mandra s’incontra la c. dell’Addolorata, fondata nel 1873 su terreno donato dalla famiglia Morioni. Sulla Spiaggia dei Pescatori sorge la cappella di S. Giovan Giuseppe della Crocec. del Castello d’Ischia. Sul castello il visitatore s’imbatte nei ruderi dell’antica cattedrale, bombardata nel 1809. In un pilastro si vedono ancora le strutture della chiesa trecentesca coperte dalle successive ristrutturazioni. Era a tre navate con cappelle laterali, in alcune delle quali si intravede ancora qualche traccia di affresco. All’altare in fondo alla navata di sinistra, nel 1509, si celebrarono le nozze tra Ferrante  d’Avalos e Vittoria Colonna. Nella cripta che risale al XIII secolo vi sono ancora diversi affreschi del XIV secolo. Risale al periodo rinascimentale (metà del secolo XVI) la c. ortogonale di S. Pietro a Pantaniello, che conserva tutta la sua grazia architettonica. Ruderi si hanno ancora delle c. di S. Maria dell’Ortodonico e della Madonna della Libera, mentre  non si hanno testimonianze delle c. dell’Annunziata, di San Nicola, di Santa Barbara, di S. Maria della Carità. Vi è poi la chiesa che era annessa al convento delle monache di S. Maria della Consolazione, che si distingue nel panorama del castello per la svettante cupola costruita nella seconda metà del XVIII secolo. Il convento era abitato dalle suore Clarisse e nei sotterranei della chiesa vi era il loro cimitero, uno stretto cunicolo dove venivano lasciati a decomporsi i cadaveri. <<<

LACCO AMENO. Nella zona del Fango si erge la c. di San Giuseppe, la cui bolla di fondazione fu emessa nel 1714, ma la costruzione, iniziata anni prima, subì varie vicende. Come si presenta attualmente, è il risultato di una serie di interventi di ristrutturazione avvenuti nel corso degli anni ’60 del XX secolo. Nel 1962 fu eretta a chiesa coadiutoriale della parrocchia. Del 1973 è il campanile. Nella sua struttura si presenta quasi pentagonale con un altare di marmo settecentesco, sul quale si venera la statua di San Giuseppe, fatta  scolpire nel 1869. Facciata in stile arabo con elegante portale in pietra locale (1990). - c. di S. Maria delle Grazie: al Corso Angelo Rizzoli, attuale parrocchia; si presenta, nel suo insieme, come il risultato di una serie di interventi variamente distribuiti nel tempo. Costruita nel 1600, fu ampliata successivamente nel 1705 e nel 1733, caratterizzata da una navata centrale fiancheggiata da due corridoi  e con alta cupola. Molto danneggiata dal terremoto del 1883 rimase chiusa fino al 1942, quando furono avviati i lavori di recupero, voluti dal Can. Antonio Schiano e sostenuti dal Card. Luigi Lavitrano. La facciata si presenta sormontata da colonne e capitelli, movimentata da nicchie e fughe di cornici e abbellita con un mosaico raffigurante la Madonna delle Grazie. Vi si ammirano un’antica statua di Ercole che fa da cariatide alla vasca dell’acqua santa e un pulpito ligneo del XVI secolo, pregevole e squisita opera di ebanisteria e di intaglio. La Statua della Madonna delle Grazie venne solennemente incoronata, in piazza San Pietro a Roma, dal papa Giovanni Paolo II, il 19 ottobre 1988. -  santuario di S. Restituta: vi si distinguono una chiesa cosiddetta “grande” costruita dai Carmelitani con annesso convento (poi sede comunale), distrutta dal terremoto del 1883 e poi riedificata, e la chiesetta o cappella. La chiesa grande fu ricostruita con sistema antisismico alla beneventana con predominanza del legno e fu riaperta al pubblico il 2 luglio 1886. Vi sono vari altari e lungo le pareti, in alto, una serie di tele, dipinte da Francesco Mastroianni, raffigurano gli episodi salienti del martirio di S. Restituta e dell’approdo nella baia di San Montano. Una saletta è riservata alla statua lignea del secolo XVIII della Santa.Tutta l’area del complesso, compreso il cortile, è stata oggetto di scavi e poi trasformata in sede museale, in cui si evidenziano, tra l’altro, l’area cimiteriale romana e la basilica paleocristiana. - c. della SS.ma Annunziata: in località Fundera, presso l’Ospedale Rizzoli, antica sede parrocchiale; una chiesetta rurale sotto questo titolo esisteva già nel 1400, ma fu nel 1540 che il canonico Aniello Monte con propri beni ne fece eseguire l’ampliamento e una completa ristrutturazione, ottenendo dalla Curia il diritto di patronato per i suoi nipoti e loro discendenti in linea maschile. Fu poi eretta a parrocchia. Tra il  1750 e il 1754 il parroco don Aniello Monti l’abbellì di stucchi, di statue, di quadri, rifacendone il tetto,  imbiancando le pareti e abbellendole con pitture, forse gli affreschi venuti alla luce durante i lavori di restauro degli anni 1960 - c. di Maria SS.ma Assunta: in Via Rosario, con accanto qualche rudere dell’antica chiesa del Santissimo Rosario completamente distrutta dal terremoto del 1883 e mai più ricostruita. È molto probabile che nella seconda metà del 1600 si pensò di erigere una confraternita laica, accanto alla Chiesa del Rosario, per accogliere i fratelli di Lacco che, fino allora erano iscritti alla Congregazione di Santa Maria della Pietà al Maio in Casamicciola, ove venivano anche sepolti. La prima dizione infatti che si riscontra nei registri è quella di Oratorio del casal del Lacco (1686), per distinguerlo da quello di Casamicciola. Sin d’allora la Congregazione ebbe il permesso di una sacra rappresentazione che continua a svolgersi nella mattinata di Pasqua, rappresentazione che, con statue portate a spalla, ricorda il mistero della resurrezione: la cosiddetta Corsa dell’Angelo.  - c. di San Rocco e congrega Monte di Sant’Anna: viene menzionata in un documento del notaio Polidoro Albano del 1542. L’Università de lo Lacco vi godeva diritto di patronato come sulla chiesa del Santissimo Rosario. Quasi sicuramente la chiesetta fu costruita in seguito al popolamento di Casa Siano, ad opera soprattutto delle famiglie Coppola, Di Leo, di Liello, Patalano. La chiesetta diede poi il nome alla zona: Contrada di San Rocco. Lungo la via di circumvallazione è situata la cappella gentilizia Calise Piro, costruita da Carlo Piro nel 1893.  <<<

SERRARA FONTANA. c. della Madonna di Montevergine: in località Succhivo, fondata nel 1684 da alcuni esponenti della famiglia Mattera. Nel XVIII secolo, per qualche tempo, fu custodita da un eremita. Sull’altare pende una tela della Madonna di Montevergine con i santi Antonio di Padova e Gennaro, molto venerata, soprattutto per i pellegrinaggi provenienti dai paesi vicini che si effettuano l’8 settembre, festa della nascita della Madonna.  - c. di S. Maria del Carmelo: si compone di due navate; quella di destra non è altro che l’antica cappella di San Pasquale, fondata da Natale Iacono nel 1733. Oggi costituisce la cappella di S. Vincenzo Ferreri, molto venerato a Serrara, la cui immagine troneggia sull’altare. La chiesa parrocchiale fu fondata nel 1641. Alla fine del secolo XVIII fu ristrutturata a spese dell’Università e fu realizzata, tra l’altro, la decorazione a stucco ad opera di Domenico Savino. Di particolare interesse le tele della Madonna del Carmine e di Santa Lucia di anonimi, nonché il marmoreo altare maggiore del XVIII secolo. - c. di S. Maria la Sacra o della Mercede, antica cappella, quasi completamente rifatta ed ampliata all’inizio del XIX secolo. Oggi chiesa parrocchiale di Fontana. Essa si presenta a due navate. Sul sagrato si ammirano alcuni pezzi di marmo provenienti certamente dal villaggio medievale di Noia. Degna di nota la tela della Incoronazione della Vergine, unica opera superstite di alcune tele dipinte da Carlo Borrelli Ponticelli nel 1775 per conto dell’Università. Nella navata di sinistra vi è l’altare della Madonna della Mercede che riscuote grande venerazione e che fu incoronata nel 1920. - Sulla vetta del monte Epomeo si trova una chiesetta dedicata a S. Nicola di Bari, con un bassorilievo del santo del 1504. L’altare marmoreo è del secolo XVIII, come pure il pavimento di cotto e le mattonelle di ceramica. Degno di rilievo è anche un pregiato Crocifisso. Accanto alla chiesa vi era un eremo che ebbe un momento di grande fervore nel corso del secolo XVIII, quando vi soggiornarono alcuni eremiti famosi, come fra Giorgio il Bavaro e il governatore dell’isola Giuseppe d’Argouth di origine fiamminga. Gli eremiti vi rimasero fino alla seconda guerra mondiale. L’eremo era costituito da celle scavate nel tufo, poi trasformate in ristorante. 

Chiese insignite del titolo di Basilica Minore. Forio: Basilica di S. Maria di Loreto (22 novembre 1989, Papa Giovanni Paolo II) - Basilica di S. Vito Martire (28 luglio 1988, Papa Giovanni Paolo II) - Casamicciola: Basilica del Sacro Cuore di Gesù e di S. Maria Maddalena (15 maggio 1965, Papa Paolo VI).   

(Note tratte da La diocesi d’Ischia e le sue chiese di Giovanni Castagna e Agostino Di Lustro).   

Barano - Casamicciola - Forio - Ischia - Lacco Ameno - Serrara Fontana 

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