Lirismo per Ischia
di Diego Bellini ( in rassegna turistica Ischia Oggi, luglio 1964)
Vi giunsi e non volli più andarmene. Non volli più mollare l'abbraccio sì caldo che tu mi offristi nel meriggio di quell'agosto lontano. I miei sensi, la carne e più ancora lo spirito bevvero la pozione che tu loro porgesti e dimenticarono il resto del mondo per nutrirsi di te, del tuo verde, del tuo mare, dei tuoi scogli, della tua pietra lava. Tu hai la grazia delle Ninfe marine e la calda afrodisiaca opulenza di Aglaia, Talia ed Eufrosine. Di Aglaia hai la bellezza radiosa che si esprime coi freschi mattini ed i conturbanti tramonti marini. Come Talia sei fiorente e sì ricca di carico verde che plachi e ristori le pupille eccitate e furenti. E di Eufrosine hai gaiezza e letizia che fanno di ogni mortale una creatura partecipe di una giovinezza gareggiante col tempo che mina e che sfalda.
Io venni e mi immersi nella tua fragranza di alghe marine, mi elevai nel cantico della tua natura varia e dolcissima frugando in rapimento in ogni piega delle armonie che tu sola sai sprigionare dai contrasti che ti fanno figlia del mare e della terra. Ho letto sulle pietre rugose e rimosse la tua storia di ieri, i tuoi fasti, nefasti e le glorie. Ho compulsato le dovizie di note e da ognuna traspare che il tuo carattere perenne è immutabile perch0 nel tuo grembo albergano con le Grazie le Muse. I tuoi seni e le baie, le punte di roccia emergenti e protesi nel mare più azzurro raccontano favole belle che fugano ogni corruccio. I seni, le baie e le punte di roccia, naturali ripari di piccoli gusci natanti, ne parlano agli zefiri dolci che li soffiano nelle gole e gli orecchi degli uomini nuovi con la profonda gravità di un coro di tregenda smuovendone ogni fibra. Cartaromana, scogli di S. Anna, Castello Aragonese, baia dei Pirati e casa di Michelangelo, spiaggia dei Maronti, S. Angelo, baia di Citara, Soccorso di Forio, punta Caruso, Lacco, Casamicciola, Epomeo, Serrara Fontana: non nomi posti a caso ma autentiche gemme della tua aureola sfavillante. Tu sei lo scrigno di una preziosa raccolta che Iddio ha affidato al Tirreno verde-azzurro.
Se vago di notte sulle tue nere scogliere mi sembra di udire partenope ed Orfeo continuare l'impari gara del canto interrotto dal tonfo. Mi esalto ed intristisco e ricerco ancor più il tuo abbraccio di ieri, di oggi, di sempre.