Ischia sul piano del termalismo
di Cristofaro Mennella
II posto tenuto nei secoli passati
dall'Isola Verde nel campo delle applicazioni delle acque medicamentose è di quelli
che sono atti a conferire un titolo d'onore nonché il vantaggio
inestimabile della vetustà della tradizione. L'antichità classica
invero non ha lasciato molte testimonianze concrete al riguardo,
a causa di fenomeni litosferici profondamente modificatori dei
manufatti e delle opere murarie, ma non sono di poco conto, nondimeno,
gli accenni e i riferimenti storiografici che vi si riferiscono.
Tuttavia l'aureo Cinquecento segna anche per questa terra così pregna
di risorse salutari un'epoca di rigogliosa fioritura degli stessi
studi che ognora vi sono stati dedicati: l'opera dello Jasolino, «De'
rimedi naturali che sitrovano nell'isola di Pithecusa» rappresenta,
per i suoi tempi, un autentico trattato di idrologia medica
in cui sono riflesse le conoscenze empiriche tuttavia già permeate
dello spirito di osservazione aleggiante nel clima del rinascimento,
che costituiscono comunque la base del sapere medico in questa
branca. È risaputo, così, come il fattore tradizionale,
venutosi rinsaldando per l'ulteriore contributo d'esperienza
dei secoli posteriori, costituisca un fatto o un insieme
di fatti che assurgono al rango di prova inoppugnabile di
cui lo storico e lo scienziato non possono non tener conto. Più tardi
poi, nel Settecento, l'acume clinico del D'Aloisio, eminente termalista
sperimentatore delle virtù curative delle acque di Casamicciola,
recava un secondo inestimabile contributo al corpo delle
conoscenze mediche intorno all'efficacia delle acque
curative, con l'opera L'Infermo istruito. Queste due opere
occupano, indubbiamente, nella storia del termalismo italiano
e mondiale, un posto d'onore e sono lì a garantire le concrete
risultanze delle applicazioni terapeutiche compiute su questa
terra negli ultimi quattro secoli.
L'Ottocento segnava a sua volta una tappa luminosa nell'affermazione
delle preclari virtù connesse alle acque curative dell'Isola:
si è ormai sul terreno più stabile delle ricerche
chimiche, e non sono poche le pubblicazioni che riassumono
e tramandano le risultanze delle prime indagini compiute in
questa direzione. L'opera del Morgera, «Le Terme
dell'Isola d'Ischia», comparsa verso la fine del secolo,
compendia brillantemente quanto ormai risultava acquisito sia nel
campo della tradizione, sia in quello della prima sperimentazione
scientifica. È di quell'epoca l'instaurarsi su tutto
il territorio dell'Isola di una vera industria termale,
affermatasi qua e là, ma con maggiore sviluppo a Casamicciola,
conosciuta in detto periodo come la stazione termale meglio accreditata.
Parallelamente si procedeva alla costruzione di stabilimenti di
una certa sontuosità come le Terme Manzi in Casamicciola,
le Terme Comunali a Porto d'Ischia, il nuovo Stabilimento
del Pio Monte della Misericordia e le Terme Belliazzi ancora a
Casamicciola.
È col nostro secolo che, purtroppo, si interrompe la brillante
ascesa e si assiste, piuttosto passivamente, almeno sino a quest'ultimo
dopoguerra, al meraviglioso sviluppo idrotermale che si manifesta in altre
regioni più progredite e più fortunate: altrove sorgono e si
affermano delle Stazioni di prim'ordine, dotate di impianti e di attrezzature
adeguati ai progressi della tecnica e della scienza sanitaria, sorgono altresì Istituti
di ricerca e si desta tutto un movimento scientifico improntato a rigorosi
principi di indagine sperimentale, laddove in Ischia si continua a contare
sul fattore tradizionale non avvertendosi che la sua efficacia declina
allorché non venga sostenuto dal continuo adeguamento alle concezioni
e ai criteri del momento, anch'essi mutevoli e fatalmente in perenne
rielaborazione.
Ma è a partire dal 1948 - data miliare per la storia del
termalismo isclano - che mutano radicalmente alcune condizioni
fondamentali di questa attività. Vi si svolse allora,
per interessamento e sollecitazione di chi scrive, l'ultima
giornata del XXVII Congresso dell'Associazione Medica Italiana
di Idrologia, Climatologia e Talassografia, e l'occasione
fu oltremodo propizia per portare a conoscenza delle
fresche energie della rinnovata classe medica italiana specializzata
nella branca in parola, le invero straordinarie risorse di questa
Terra nel campo del termalismo. E fu da quella visione che
scaturì l'idea feconda della valorizzazione razionale
di alcune di quelle risorse, attraverso la ricostruzione
delle Terme Regina Isabella in Lacco Ameno, utilizzanti le acque
forse più radioattive del mondo, già note da un cinquantennio
ma tenute nel più pietoso abbandono. E da quella iniziativa
altre ne sono scaturite come la ricostruzione delle Terme
Manzi in Casamicciola ad opera soprattutto del Comm. Rizzoli, benemerito
sostenitore dei diritti e delle possibilità di Ischia
termale nel campo di una industria che ha avuto qui, in passato,
uno dei suoi centri più fiorenti, e tutto lascia credere
che la serie delle realizzazioni ormai avviate possa estendersi
ulteriormente, con piena soddisfazione di coloro che nel termalismo
vedono una delle risorse più cospicue sia della scienza
medica che dell'economia nazionale.
Un voto tuttavia non si può non esprimere al riguardo; e
cioè che non ci si arresti alla sontuosità degli
impianti e alla raffinatezza dei servizi, ma ci si porti, e al
più presto, sul piano della ricerca scientifica seria, continuativa,
ispirata ai principi oggi in onore in tale interessantissima branca.
A tal fine lo scrivente si è reso promotore, anche
recentemente, della istituzione sull'Isola di un «Centro
di idroclimatologia» che promuova questi studi, che favorisca
e consenta la ricerca, che curi altresì la propaganda
scientifica delle risultanze conseguite, considerando però l'Isola
nella sua inscindibile unità geografica, al disopra di tutti
i particolarismi, al di fuori di limitati interessi di singole
aziende, in una visione unitaria che sappia inquadrare il complesso
problema termale isolano ora in una delicatissima fase del
suo divenire.
Ma l'Isola Verde, oltre che per il termalismo nel quale, nel Congresso
idrologico del '48, fu salutata regina, vanta altresì inestimabili
pregevolezze nel campo della climatologia, ove può puntare
alla conquista di un ambito primato nazionale.
Ben poco ha detto a questo riguardo il passato, se si eccettuino
felici intuizioni che erano comunque ben lungi dal rappresentare
dati concreti, suscettibili di una adeguata valutazione e comparazione
con quelli inerenti ad altre località similari. Ci si limitava
a dire che Ischia ha un bel clima e tutto finiva lì, senza
che nulla di preciso potesse convalidare la generica affermazione.
La particolare conformazione topografica del territorio, la
notevole sua sopraelevazione centrale - l'Epomeo - la rilevante
distanza dalle accidentalità orografiche del continente,
la natura del suolo e la virente vegetazione fanno di essa un'oasi
climatica a sé, di eccezionale pregevolezza complessiva
ma altresì differenziata notevolmente sui diversi versanti,
ciascuno dei quali può annoverare una particolare
destinazione anche terapeutica.
La pregevolezza termica è di già eccezionale
ed è stata adeguatamente documentata da chi scrive
in lavori presentati negli ultimi Congressi idrologici
nazionali e inclusi nei loro Atti. La comparazione con Napoli
ha denunciato un vantaggio per l'Isola di circa due gradi nelle
stagioni estreme, e ciò costituisce un elemento decisivo;
il vantaggio termico sulla stessa Capri, documentato in altro
lavoro riportato da «La Clinica termale», è dell'ordine
di almeno un grado e mezzo specie nella stagione invernale
e ciò è sufficiente a far stabilire che l'autentica
Stazione invernale del Golfo di Napoli non può essere che
l'Isola d'Ischia, nonostante quanto possa affermare in contrario
una propaganda artificiosa e interessata.
Ma un altro fattore decisivo per il riconoscimento di una sicura,
inconfondibile pregevolezza del clima insulare isclano, è quello
della notevole piovosità, sufficientemente distribuita
in tutti i mesi dell'anno, con regime singolare sui diversi
versanti e in pieno contrasto con quanto sarebbe sembrato lecito
aspettarsi tenendo conto dell'andamento dei venti, producente
una caratteristica inversione rispetto alle esposizioni e regolarmente
spiegata con ipotesi originale, comunque priva di una pretesa
carenza estiva superficialmente affermata da qualche
malaccorto laudatore locale che non esitava ad asserire come nei
mesi estivi ad Ischia non piova quasi mai, cosa che non risponde
a verità e che non accrescerebbe di certo la reputazione
di singolare gradevolezza delle condizioni igrometriche dell'ambiente
isolano.
Il regime dei venti è ugualmente moderato e distribuito
in senso favorevole alle manifestazioni biologiche grazie
alla presenza di una circolazione locale che si avvicenda
e spesso si sovrappone a quella generale determinata dalla situazione
barica sul bacino tirrenico. Il versante settentrionale vede così attenuata
la calura estiva dalla brezza ristoratrice del maestrale e, negli
stessi mesi dell'estate, il versante meridionale fruisce notevolmente
degli effetti di una circolazione locale che controbilancia
sensibilmente gli effetti termici dell'esposizione; durante
il semestre invernale questo stesso versante e quello occidentale,
ben protetti dai venti del nord dalle sopraelevazioni orografiche,
fruiscono di condizioni climatiche assolutamente eccezionali,
di una pregevolezza incomparabile e che non hanno nulla
da invidiare, come lo scrivente ha potuto recentemente dimostrare,
alle prerogative dei più decantati climi della Sicilia
e della Riviera Ligure.
La definizione delle caratteristiche climatiche dei diversi
versanti dell'Isola è tuttavia soltanto iniziata:
ora si impone il proseguimento di accurate ricerche, atte a mettere
in evidenza altri fattori specifici che possono fare dell'Isola
l'autentica gemma climatica del Tirreno. A ciò si potrà pervenire
col potenziamento del ripristinato Osservatorio Geofisico - una
nobile istituzione purtroppo frequentemente ignorata
anche da coloro che se ne potrebbero giovare - propugnato
da chi scrive, nel mondo scientifico ufficiale, sin dal 942 e che
di già ha dato risultati brillanti in questi ultimi
anni sia per la valorizzazione termoclimatologica dell'Isola, sia
per aver assunto un ruolo di primo piano negli studi climatologici
nazionali attraverso numerose e originali indagini compiute
su fenomeni eccezionali manifestatisi in varie regioni d'Italia.
Il potenziamento dell'Osservatorio è condizione prima per
la istituzione del Centro di Idroclimatologia, di cui verrà a
costituire la struttura essenziale, mentre l'attività complessiva
risulterà articolata in diverse branche destinate ad
uno sviluppo parallelo.
Ove il programma delineato, sotto l'egida dell'Ente Valorizzazione
Ischia, avrà l'attuazione auspicata, si potrà contare
sulla acquisizione di elementi così decisivi da fare
dell'Isola Verde l'incontrastata Stazione Idrotermale dalle
più disparate e convergenti risorse dispiegantisi dal
termalismo alla climatologia, dalle cure marine ai soggiorni curativi
nelle stagioni intermedie e soprattutto in quella invernale
per la quale non può annoverarsi in Italia nulla di
più pregevole e di più armonico.
Il voto dello scrivente, che ha sempre ascritto, anche prima di
questa promettente ripresa, a proprio titolo d'onore l'essere
stato tra gli iniziatori di un movimento destinato a pervenire
al riconoscimento e alla correlativa valorizzazione di
un autentico tesoro nel campo delle risorse scientifiche per l'umanità sofferente
e di una fonte di benessere per l'economia di una terra duramente
provata in passato da attanaglianti ristrettezze, divenga
l'auspicio di una insperata rinascita anche in campi affini,
con iniziative atte a fiancheggiare il movimento idrotermale intorno
al quale gravita ormai pressoché l'intera economia isolana.
Da questa fusione di intenti potrà germinare una
rigogliosa fioritura di opere, destinata a dischiudere nuovi
orizzonti alla fervida intraprendenza di coloro che subiscono
l'incanto di questa terra ferace.