Da
ricordare due personaggi che hanno
lasciato una profonda e significativa impronta nella cultura dell’isola
d’Ischia: il prof. Cristofaro Mennella, nato
a Casamicciola il 17 febbraio 1907 e mons. Pasquale
Polito, nato a Sant’Angelo
nel Comune di Serrara Fontana il 28 gennaio 1907.
Due
studiosi che hanno spesso partecipato ad iniziative comuni, come l’istituzione
del Centro Studi su l’Isola d’Ischia nel
1944. L’uno
e l’altro dimostrarono sete di sapere e amore per lo studio e per la
ricerca, sicché si può dire che in essi trovarono spazio
e valore sia l’interesse umanistico e classico, sia quello tecnico e
scientifico. Lavoro costante che spesso aveva come motivo ispiratore l’isola
d’Ischia, tendente a valorizzarne i suoi aspetti naturali e storici e
nello stesso tempo a indicarne le ipotesi di sviluppo adeguato ai tempi nel
campo culturale e nella nuova realtà turisticvo-economica.
Cristofaro Mennella (1907 - 1976)
Cristofaro
Mennella nacque a Casamicciola il 17 febbraio 1907 da famiglia di navigatori.
Pur portato a seguire le orme degli avi, presto indirizzò i suoi studi
verso altri settori per motivi vari: e così a 17 anni conseguì l’abilitazione
magistrale e, sempre studiando da solo, la maturità classica: nel 1942
si laureò in matematica pura.
Il
20 luglio del 1944 diede vita, con altri benemeriti, al Centro Studi sull’Isola
d’Ischia, proponendosi di giungere al ripristino dell’Osservatorio
Geofisico Statale di Casamicciola, fondato nel 1885, dopo il terremoto
del 28 luglio 1883 e rimasto in funzione sino al 1923.
Vasta è stata
la sua produzione di opere, tra cui: L’energia atomica al servizio
dell’umanità (tre volumi di oltre mille pagine) - Missili
e satelliti, prime tappe dell’astronautica - La vita nell’universo.
Poderosa l’opera in tre volumi Il Clima d’Italia: si tratta
del primo lavoro esauriente sul clima d’Italia, dopo quello del Roster
che apparve nel 1909. Su questa poderosa opera il prof. Alfredo Murti dell’Università di
Camerino sulla rivista “L’Universo” del 1968 scriveva: «La
nuova opera del prof. Mennella offre finalmente agli studiosi italiani e stranieri
una completa ed esauriente analisi del clima di questo nostro Paese mediterraneo,
così ricco di manifestazioni meteorologiche, sì diverse, spesso
contrastanti, sempre mutevoli con rapidità e tali da porlo tra quelli
più altamente interessanti nei campi della climatologia».
A
proposito dell’isola d’Ischia Cristofaro Mennella si interessò a
numerosi problemi di rilancio e di sviluppo del territorio sul piano soprattutto
del termalismo e del turismo. Non trascurò lo studio delle condizioni
ecologiche e delle colture più appropriate e più redditizie per
l’isola, affrontando anche il problema di una floricoltura industriale.
In
una serie di volumi Mennella manifesta la sua costante attività nel
campo scientifico divulgativo e rende accessibile al lettore le più ardue
conquiste della scienza, consentendo a tutti di comprendere determinati fenomeni.
Sono tante le comunicazioni presentate in congressi di astronomia, geofisica,
meteorologia e climatologia, pubblicate in Rendiconti di Accademie, in Atti
congressuali, in Riviste specializzate.
Molto
si adoperò anche nel campo della vita politica e sociale dell’isola,
proponendo delle possibili soluzioni a tanti problemi. Sempre scrisse e discusse
di un possibile turismo e termalismo invernale o, più in generale, si
occupò della interdipendenza tra clima, turismo ed economia nella realtà ecologica
del Meridione d’Italia.
Ha
sempre lottato per l’istituzione sull’isola di un Centro Sperimentale
di Idroclimatologia ed è stato per vari anni Direttore dell’Osservatorio
Geofisico di Casamicciola Terme.
Nota
anche la sua opera: L’Isola d’Ischia gemma climatica d’Italia.
Pasquale Polito (1907 - 1994)
Ultimogenito dei sette figli di Giovanni Polito, “contadino panzese
immigrato a S. Angelo”, e di Filomena Mattera, “donna di
casa di Fontana”, frequentò le prime tre classi elementari
a S. Angelo, il villaggio natio, poi fece la quarta e la quinta e la “prima
tecnica” da privatista sotto la guida del parroco del villaggio,
don Luigi Trofa, e poi gli studi regolari nel Seminario diocesano ed
in quello di Posillipo, dove conseguì la laurea in Teologia.
Consacrato
sacerdote, fu nominato cappellano dell’ospizio “Villa Joseph” di
Casamicciola, dove restò per oltre venti anni. «Frequentavo la
casa del dotto Giuseppe Mennella che aveva una ricchissima biblioteca, soprattutto
di volumi sull’Isola d’Ischia e chiedevo al dottore - racconta
Don Polito - il prestito dei libri degli scrittori che avevano soggiornato
ad Ischia e che qui avevano scritto le loro opere».
Fu
cosi che iniziò la sua passione per gli autori francesi dell’800,
favorita anche dalla sua conoscenza della lingua francese. Primo fra tutti
Lamartine, l’autore che riteneva «l’esercizio della poesia
un bisogno del cuore, un vizio da nascondere, soprattutto dopo la svolta politica» (Carlo
Bo), «quello che più ha esaltato l’incanto dell’isola
d’Ischia» come dice Don Polito. E da qui la sua predilezione. «Erano
tempi di miseria - ricorda Polito - e non potevo permettermi l’acquisto
di quei libri e quindi per studiare attentamente ricopiavo i passi più salienti
nei miei quaderni». Li
tiene sulla scrivania, i suoi quaderni vecchi di cinquant’anni, dove
ha trascritto con una grafia nitida, bellissima tanto che sembrano stampe antiche
in finissimo carattere inglese, “Les correspondances” e
le “Méditations poétiques”.
Lunghe
ore di solitudine sono state necessarie per trascrivere i testi francesi e
poi le traduzioni e la minuziosa ricerca dei particolari, come quello contenuto
alla pagina 45 del “Lamartine a Napoli e nelle Isole del Golfo”: «Allora
(1820) i villeggianti più facoltosi si facevano trasportare l’acqua
(termale) a domicilio e qui prendevano il bagno. La carrozzella farà l’apparizione
nell’Isola nel 1854: l’anno in cui Re Ferdinando inaugurò il
porto e la carreggiata Ischia-Forio, detta ancora oggi Via Borbonica».
Al lettore attento non sfugge che per poter affermare queste cose ed altre,
come quando parlando dei tre grandi amori di Lamartine, dice che «nessun
altro poeta, tranne il Foscolo, ha amato tante donne quante ne amò Lamartine»,
Don Polito ha dovuto leggere, studiare e ricercare i minimi particolari in
centinaia di altri volumi.
Cosi,
grazie a lui, sappiamo che Lamartine è stato ad Ischia “molte
volte”, ma soprattutto vi ha soggiornato nel 1812, 1820 e 1844,
che sulle terrazze di “Villa Tagliaferro”, che si trovava sulla
Sentinella a Casamicciola, «Lamartine ha scritto le pagine indimenticabili
di Graziella», che Graziella in realtà non era procidana, ma di
Resina e che si chiamava Maria Antonia. Che Ernesto Renan (1823- 1892), il
celebre autore della “Vita di Gesù” (1863), ha
soggiornato ad Ischia, a Casamicciola, tre volte (1875, 1877, 1879) nella Villa
di Saverio Zavota, oggi di proprietà dei Parodi Delfino e che qui ha
scritto gran parte dell’opera i “Ricordi” e che «Forio
verso la metà dell’800 vantava estesi oliveti e non meno di quattro
frantoi».
E
poi ancora le leggende ischitane come quella delle “campane di Santa
Restituta”, rubate dai turchi e che divennero sempre più pesanti
sulle loro barche, tanto che i predatori furono costretti a buttarle in mare
e che i pescatori di Lacco Ameno affermano di sentire ancora suonare nei giorni
di tempesta. Inoltre la vita e la testimonianza del “parroco santo” di
Casamicciola, don Giuseppe Morgera, anch’egli scrittore come Don Polito,
autore di una interessante “Vita di N.S. Gesù Cristo”,
morto a soli 54 anni nel 1898 in “concetto di santità” per
la sua vita ed il suo apostolato.