di Raffaele Castagna
Un giardino e una biblioteca per conoscere la felicità
completa:
un saggio l'ha detto e forse sentito direttamente (il saggio non afferma
niente che non abbia vissuto).
Ma che cosa si deve intendere con l'espressione "felicità
completa"? La massima non precisa, giustamente, questo significato,
perché il suo contenuto è soggettivo. È l'individuo
che giustifica, apprezza e fa proprie le tesi proposte, secondo la
sua disponibilità spirituale, le sue convinzioni, la sua sensibilità.
In assoluto, e quale premessa evidente, risulta chiaro che la causa
efficace non consiste affatto nel semplice possesso di un giardino
e di una biblioteca.
Se si riconosce che tutti desiderano una vera felicità, occorre
ammettere che i due elementi devono rispondere ad una reale utilità
che contribuirà a rendere felici. Poiché si tratta del
piacere dell'anima, i due elementi rappresentano i luoghi materiali
che permettono di entrare in comunicazione con il mondo spirituale.
Ogni giardino, il più semplice come il più lussureggiante,
è così vasto, più vasto della sua stessa estensione,
e accanto agli esempi di vita che ci offre, agli spettacoli rinnovellati
di anno in anno, si vive un'esistenza solida e corroborante. Bellezza,
grandezza, fedeltà del giardino! Quanto dobbiamo ad esso delle
nostre estasi e della nostra bontà!
I libri sono il veicolo che trasmette i tesori dell'umanità;
la biblioteca è lo scrigno che conserva ciò che l'uomo,
di generazione in generazione, ha saputo trarre da quella visione.
Il modello resta lo stesso: la natura nella sua magnificenza; ma vediamo
sempre qualcosa di nuovo che arricchisce la sua conoscenza.
Il giardino, espressione del mondo sensibile, colpisce soltanto perché
è presente ai nostri sensi e visibile quotidianamente nello
spazio. I libri suscitano l'ispirazione della vita interiore e il legame
d'amore tra gli spiriti: il loro dominio nel tempo. La letteratura
e le opere che ne sono l'espressione, in ciascuna epoca, generano profonde
impressioni; sola, la parola dell'anima giunge all'anima.
Una casa senza giardino e biblioteca è una casa senza solide
fondamenta e senza vita, esposta ai rischi, alla miseria, alle atrocità
dei tempi.
La riproduzione e il rinnovamento che si verificano negli alberi e
nei fiori con la loro facoltà di adattarsi all'ambiente, presuppongono
la presenza di una forza interiore che invade il campo delle nostre
meditazioni. Ma è solo uno degli aspetti più complessi
della vita.
L'uomo, il "sapiens", si innalza al di sopra di tutti gli
esseri che lo circondano e scopre la sua dignità nella capacità
di pensare; sebbene sia la canna più fragile della natura, come
diceva Pascal, l'uomo è una canna pensante. Di conseguenza egli
sente la necessità di spiegare e risolvere tutti i problemi
suoi, per penetrare la sua essenza. Con l'intelligenza, i sentimenti,
la volontà, cioè con ciascun potere dell'anima, egli
cerca di realizzare la virtù propria del suo essere umano, di
comprendere nell'unità
della coscienza la vastità del tempo. L'uomo ama dunque la cura
del passato, il culto della tradizione.
Il giardino e la biblioteca diventano così un insieme che non
può essere diviso: l'uno è complementare dell'altro.
Il contatto con l'antichità e con le relative conquiste ha bisogno
di riflettersi nella realtà di tutti i giorni e comporta la
necessità
di considerare gli sforzi e i sacrifici che ci sono imposti.
Per un certo aspetto la vita appare come una ricerca di questi valori
eterni che sono stati vivi ieri e che hanno impresso la loro impronta
nei vari momenti, la cui somma forma i secoli. Ma si avverte ancora
un passato profondamente differente dal presente. Il mondo ricomincia
per ciascun individuo. E quell'ultimo non è mai eguale a se
stesso: la vita ricomincia in ciascun momento.
Nelle ragioni che tendono a giustificare la vita, sia come continuità
(il legame con il passato), sia come divenire, l'uomo si sforza di
definire la sua spiritualità e di cogliere l'equilibrio e l'armonia
nel fondo della sua anima.
Nella misura in cui si concretizza questo risultato resta circoscritta
la possibilità di accettare quanto afferma il saggio: basta
possedere un giardino e una biblioteca per essere felici.
Entrambi sono egualmente insostituibili nella loro funzione. Il giardino
e la biblioteca costituiscono un'esigenza unica per coloro che desiderano,
almeno, un po' di fede, ma soprattutto sono in grado di trovarne i
presupposti.
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