Dakin, Filippo
D’Abundo, Leonardo
D’Aloisio,
G. Andrea
D’Ambra, Caterina
D’Ambra, Domenico
D’Ambra, Giovanni (Forio 1877-1966)
D’Ambra Vini
D’Angiò, Carlo
D’Aquino, Matteo
D’Aragona, Alfonso
D’Aragona, Beatrice
D’Aragona, Federico
D’Aragona, Ferdinando
D’Aragona, Giovanna
D’Aragona, Isabella
D’Aragona, Maria
D’Arco, Agostino
D’Argout, Giuseppe
D’Ascia, Giuseppe
D’Avalos (famiglia)
D’Avalos, Alfonso
D’Avalos, Costanza
D’Avalos, Ferdinando
D’Avalos, Inigo
D’Aveta, Giuseppe
Dawes, Philip
De Angelis, Federico
De Angelis, Francesco
De Angelis, Luigi
De Libero, Libero (1906-1981)
De Luca, Alfredo (1909-1935)
De Luca, Antonio
De Luca, Saverio
De Quintiis, Camillo Eucherio
De Rivaz Chevalley
De Siano, Antonino
De Siano, Francesco
De Siano, Tommaso
Del Balzo, Isabella
Delitto in pieno sole (Film del 1960)
Delizia, Anselmo
Della Candina Giusto
Delphis
Denza, Padre Barnabita
Deuringer, Giacomo
Di Costanzo, Angelo
Di Costanzo, Giovanni Battista
Di Lustro, Erasmo
Di Lustro, Filippo
Di Maio, Vito
Di Meglio, Domenico
Di Meglio, Francesco
Di Meglio, Giuseppe
Di Meglio, Raffaele
Di Meglio, Scipione
Di Meglio, Umberto
Di Meglio, Vincenzo
Di Scala, Andrea e Giorgio
Di Scala, Gaetano
Di Spigna, Alfonso
Di Tarsia, Galeazzo
Diciottenni al sole (Film del 1962)
Diez, Lothar
Dillis, Georg von
Diocesi
Disinquinamento marino
DOC
Dohrn, Anton
Dosso di ristagno
Douglas, Norman
Domeniche senza macchine
Dottor Antonio, Il (Film del 1937)
Dragut (o Caramustafà)
Drechsler, Marika
Duomo lavico
Duzyk, Jòzef
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Dakin,
Filippo. Attore americano stabilitosi a Forio, dove negli anni 1950
aprì un suo ristorante,
sul porto, il Saturnino. Partecipò alla vita foriana,
dando il suo contributo a varie manifestazioni; con E.duard Bargheer,
Gennaro Zivelli e Taki Calise prese parte alla rappresentazione di “Aspettando
Godot” di Beckett che riscosse grande sucesso. Morì a
Forio nel 1981 a 75 anni.
D’Abundo, Leonardo. Nato a Forio
nel 1900, laureatosi in Medicina, conseguì anche i diplomi in Igiene,
Traumatologia e Ortopedia. Fu medico condotto dal 1939 per vari anni e direttore
sanitario dell’Ospedale di S. Maria di Loreto. Insignito di Medaglia
d’oro dall’Ordine dei Medici per meriti speciali. <<<
D’Aloisio, G. Andrea (Casamicciola
1695-1785). Medico e direttore sanitario del Pio Monte della Misericordia.
Possedette un laboratorio molto attrezzato. Descrisse le acque minerali e diversi
luoghi dell’isola con dovizia di particolari nell’opera intitolata: L’Infermo
istruito nel vero salutevole uso dei rimedi naturali dell’isola d’Ischia (1757).
Dopo due secoli dal libro di Giulio Iasolino, si trattava di un lavoro che
presentava una situazione aggiornata e completa; vi sono aggiunte le Lettere
critiche, scientifiche ed erudite del dott. Giuseppe M. Verlicchi.<<<
D’Ambra, Caterina. Giovane protagonista
di un dramma storico di Giuseppe d’Ascia, in cui si presenta questa ragazza
foriana coraggiosa sino alla temerarietà e di carattere vendicativo.
Infatti per vendetta mise a punto un piano per uccidere gli sbirri colpevoli
di aver colpito a morte senza alcun motivo il fratello sordomuto. Poi si rifugiò nella
chiesa di S. Lucia a Monterone (Forio), che all’epoca godeva del diritto
d’asilo, ed era quindi vietata ad ogni intervento civile e militare,
ove rimase per dodici anni.<<<
D’Ambra, Domenico (Forio 1874-1936).
Avvocato e uomo politico. Nel 1892 istituì nell’isola d’Ischia
una delle prime sezioni socialiste già sorte nel Napoletano; nel 1894
fondò insieme con Erasmo Di Lustro la Lega per la libertà che
contestava in Italia le leggi restrittive del Governo Crispi. Fu direttore
dal 1914 al 1918 del periodico socialista napoletano La Propaganda.
Dopo l’avvento del fascismo, fu perseguitato e boicottato in tutte
le sue attività, soprattutto professionale, per le sue idee democratiche
e antitotalitarie.<<<
D’Ambra, Giovanni (Forio 1877-1966).
Avvocato e uomo politico socialista. Fu l’ultimo sindaco di Forio, eletto
nel 1921, prima dell’avvento del fascismo, e il primo del dopoguerra
nel 1946, quando si presentò alle elezioni con una lista civica che
comprendeva gli avvocati Luigi Schioppa e Giovannangelo Patalano e lo scrittore
Luigi Patalano; fu eletto e diede inizio alla difficile opera di ricostruzione,
restando in carica fino al 1952. Uomo di vasta cultura, avvocato di chiara
fama, seppe essere vicino agli umili, ai lavoratori, ai contadini.<<<
D’Ambra Vini. Casa vinicola nata
nel 1888 con Francesco D’Ambra: si produceva vino a Ischia e lo si commerciava
a Napoli in tre spacci (Pignasecca, Chiaia e Posillipo). Fu acquistata l’antica
villa borbonica sul porto (Villa Garavini) che fu trasformata in attrezzata
cantina (oggi il palazzo è di proprietà comunale). Si ebbe poi
il trasferimento a Panza (1972), dove fu costruito un nuovo stabilimento enologico
e dove è stato allestito il Museo del contadino. Tra i vini
prodotti: Biancolella, Forastera, Per’ ‘e
palumme, Ischia Bianco, Ischia Rosso.
D’Angiò, Carlo. Re di Napoli.
Fece costruire sulla cima dell’isolotto-castello il mastio a strapiombo
sul mare, chiuso con mura massicce; ai due angoli ad est furono incastrati
due torrioni cilindrici, merlati.<<<
D’Aquino, Matteo. Arcivescovo di
Gravina che il 27 dicembre 1509 benedisse sul Castello d’Ischia le nozze
tra Ferrante d’Avalos e Vittoria Colonna.
D’Aragona, Alfonso il Magnanimo (1396?-Napoli
1458). Alfonso - V d’Aragona e I di Napoli - detto il Magnanimo,
diede nuova vita al Castello d’Ischia nel 1441 e ne affidò il
governo a Lucrezia d’Alagno, sua favorita. Fortificò il maniero
con fossati, torri, muraglioni e lo collegò con l’isola maggiore
mediante un ponte in fabbrica di 220 metri e munito di un piccolo porto; in
sostituzione della strada esterna, fece scavare una galleria di accesso con
larghe aperture nel soffitto, da cui, nel caso di assalto, si versavano sugli
assalitori acqua bollente, pietre, piombo fuso, proiettili vari. Gli storici
riportano che espulse dall’isola i suoi oppositori e vi introdusse 300
militari spagnoli, facendoli sposare con le mogli e le figlie degli uomini
esiliati. Il Comune d’Ischia ha a lui intitolato il ponte aragonese.<<<
D’Aragona, Beatrice (Napoli
1457-1508). Figlia di Ferdinando I d’Aragona e di Isabella di Chiaromonte,
nel 1475 fu data in sposa al re d’Ungheria, Mattia Corvino. Poiché Mattia
non aveva figli legittimi, intendeva designare quale suo successore il figlio
illegittimo Giovanni. Mattia Corvino però morì improvvisamente
a Vienna nel 1490. Beatrice fece in modo che la successione di Giovanni Corvino
non andasse a buon fine. Sposò segretamente Ladislao II Iagellone, re
di Boemia, ma questi, appena sul trono d’Ungheria, rinnegò il
matrimonio. Nel 1501 Beatrice tornò in patria e dimorò per qualche
tempo sul Castello d’Ischia.<<<
D’Aragona, Federico (Napoli 1451-Tours
1501). Incoronato re di Napoli nel 1497 alla morte del re Ferdinando II, fu
costretto alla capitolazione nelle mani dell’ammiraglio francese d’Aubigny,
dovette cedere il regno a Luigi XII di Francia e fu mandato in esilio con “domicilio
coatto per sei mesi” ad Ischia. Aveva al suo seguito la sorella Beatrice,
vedova del re d’Ungheria Matteo Corvino; la sorella Isabella, duchessa
di Milano; il capitano Prospero Colonna; Fabrizio Colonna (padre di Vittoria);
il fedele segretario Iacopo Sincero Sannazaro, che vendette le sue terre per
consegnare al re la somma di 15.000 ducati.<<<
D’Aragona, Ferdinando II detto Ferrandino
(Napoli 1467-1496). Re di Napoli che, all’arrivo di Carlo VIII nella
città nel 1494, trovò riparo nel Castello d’Ischia, ove
si trasferì con la famiglia e pochi fedeli tra cui Inaco del Vasto,
valoroso capitano, al quale poi affidò il comando e il governo dell’isola,
quando partì per la Sicilia.<<<
D’Aragona, Giovanna (Napoli 1502-1575).
Nacque verosimilmente sul Castello d’Ischia. Figlia di Ferdinando il
Cattolico e di Castellana Cardona. Donna di grande bellezza, fu effigiata da
Raffaello in un ritratto del 1518, commissionato dal cardinale Bibbiena e donato
in seguito al re di Francia Francesco I. Fu sposa (1521) di Ascanio Colonna.
Separatasi dal marito, si ritirò ad Ischia e vani furono i tentativi
per favorire la riconciliazione.<<<
D’Aragona, Isabella (Napoli 1470-Bari
1524), duchessa di Milano. Figlia del re di Napoli Alfonso II d’Aragona,
per ragioni dinastiche sposò nel 1489 il duca Gian Galeazzo Sforza.
Visse alcuni anni sul Castello d’Ischia.<<<
D’Aragona, Maria. Sorella di Giovanna,
moglie di Alfonso d’Avalos del Vasto, fu celebrata anch’ella per
la sua bellezza. Dopo la morte del marito, si ritirò sul Castello d’Ischia,
attendendo all’educazione dei figli, il primogenito dei quali, ereditato
il titolo di marchese del Vasto e il feudo di Ischia e Procida, si distinse
nel Concilio di Trento per la fedeltà alla Chiesa cattolica.<<<
D’Arco, Agostino (Ischia 1899–Castellammare
1966). Vescovo titolare di Tenneso e coadiutore di Mons. Emmanuel, vescovo
di Castellammare di Stabia, al quale successe nel 1952. Era stato ordinato
sacerdote nel 1923 dal vescovo Pasquale Ragosta. Avendo conseguito le lauree
in Teologia e in Lettere, insegnò sia nel Seminario che nelle scuole
pubbliche (l’Avviamento Vittoria Colonna e l’Istituto Magistrale).
Canonico della Collegiata dello Spirito Santo, Assistente Diocesano dell’Azione
Cattolica.<<<
D’Argout, Giuseppe. Di origine fiamminga,
fu governatore e comandante del Castello d’Ischia (1734). In un momento
di grave pericolo per la sua vita, invocò San Nicola e, ottenuta la
grazia della salvezza, decise di farsi frate: con altri compagni si ritirò sull’Epomeo,
ove già v’era una chiesetta dedicata al Santo, e vi fondò un
eremo. Qui morì nel 1778 a 74 anni e dopo 27 di vita eremitica.<<<
D’Ascia, Giuseppe. Uomo politico
e storico di Forio d’Ischia (1822-1889). Nel 1861 fu eletto consigliere
provinciale, carica che tenne ininterrottamente per 17 anni, e fu anche sindaco
di Forio dal 1861 al 1863, dal 1868 al 1869, dal 1870 al 1872, adoperandosi
sempre per il bene dei suoi concittadini. Scrisse la Storia dell’isola
d’Ischia (1867), che ancora oggi, ristampata più volte, risulta
molto apprezzata e ricercata dagli studiosi; ma compose anche altre opere,
alcune rimaste inedite, come il dramma Caterina d’Ambra.<<<
D’Avalos (famiglia). Originaria della
Castiglia. Un ramo passò verso la metà del secolo XV nell’Italia
meridionale con Inigo (o Inaco) I, al seguito di Alfonso il Magnanimo nella
spedizione per la conquista del regno di Napoli. La potenza della famiglia
si rafforzò con il matrimonio tra Inigo e Antonia d’Aquino, sorella
del marchese di Pescara; alla morte di quest’ultimo, non essendoci eredi
diretti, il titolo e il feudo passarono ai d’Avalos. Dal citato matrimonio
nacquero nove figli, tra i quali si distinsero particolarmente Alfonso, Innico
e Costanza. I D’Avalos mantennero il dominio dell’isola dal 1458
al 1734.<<<
D’Avalos, Alfonso, marchese del Vasto
(1502-1546). Figlio di Innico d’Avalos e di Laura Sanseverino, nacque
sul Castello d’Ischia e, rimasto ben presto orfano, fu allevato dalla
zia Costanza, mentre Vittoria Colonna gli fece apprendere elementi di letteratura
e di arte. Sposò Maria d’Aragona. Nella vita militare diede prova
di grande valore e coraggio; nel 1538 divenne governatore della Lombardia.<<<
D’Avalos, Costanza. La famiglia d’Avalos
governò il Castello per circa due secoli, dopo averlo difeso strenuamente
contro i Francesi (1494/1503), grazie ad Inigo e Costanza, donna intrepida
che, per la fedeltà verso gli Aragonesi, ottenne da Ferdinando II il
governo a vita sull’isola d’Ischia. Costanza vi attirò per
la sua grazia e la sua cultura i poeti e gli artisti più noti di Napoli
e d’Italia, facendo del Castello, insieme con Vittoria Colonna, il centro
di un intenso fervore letterario, oltre che di una vita mondana piena di fascino
e suggestione.
D’Avalos, Ferdinando (Ferrante) Francesco
(Napoli? 1489-Milano 1525). Marchese di Pescara, nipote prediletto di Costanza.
Sposò Vittoria Colonna sul Castello d’Ischia nel 1509. Uomo d’armi,
combatté al servizio di Ferdinando il Cattolico e di Carlo V. Nella
vittoriosa battaglia di Pavia (1525) riportò gravi ferite che ne provocarono
presto la morte.<<<
D’Avalos, Inigo (Ischia 1530-Roma
1600). Figlio di Alfonso d’Avalos e di Maria d’Aragona. Papa Pio
IV lo tenne in grande considerazione per la sua dottrina; oltre ad aver ottenuto
la porpora cardinalizia (noto come “Cardinal d’Aragona”),
resse anche alcune diocesi.<<<
D’Aveta, Giuseppe. Notaio, appartenente
ad una delle più antiche famiglie isolane, trovò nella biblioteca
di casa un manoscritto del parroco Antonio Moraldi sulle visite del re Ferdinando
IV Borbone ad Ischia negli anni 1783-1784, e ne curò la pubblicazione
nel 1922 (opera ultimamente ristampata). Diede alle stampe anche un volume
di poesie: Versi giovanili.<<<
Dawes, Philip (Essex 1939). Pittore inglese,
nato da una famiglia di artisti. Giunto ad Ischia, fu colpito ed influenzato
dalla grande luce mediterranea e dalla varietà dei paesaggi. «Aeree
vedute dell’Epomeo con arditi scorci di valli e pianori, vaste baie silenziose,
come quella di Cartaromana, angoli suggestivi del Castello sono resi ad olio,
a pastello o ad acquerello, con pennellate fluenti, leggere, quasi alitate
in variazioni di verde, di azzurro, di grigio, di marrone come il velluto» (Michele
Longobardo).<<<
De Angelis, Federico (Ischia 1910-1974).
Fin da giovane si diede all’arte, affiancando il padre, il famoso Luigi
De Angelis. «Paesaggista eccellente, De Angelis s’avvale di un’immediata
facoltà d’intuizione delle magiche, musicali suggestioni del
reale. Una tecnica raffinata più di quanto a prima vista non sembri
consente all’artista di conservare nella trascrizione pittorica una sorprendente
freschezza. Il cromatismo, per così dire, corposo è reso agile
da annotazioni dinamiche poeticamente risolte (il mare, il bosco, le colline).
Per inciso uguali virtù risaltano nelle nature morte (pesci sulla riva,
conchiglie). È ravvisabile peraltro anche nelle nature morte, prevalentemente,
una collocazione paesaggistica. (...) Nel paesaggio già si avverte quella
spinta drammatica che costituisce il nucleo centrale della produzione sacra» (Marzio
Bugatti). Come socio dell’Associazione Italia Nostra, si
batté sempre per la salvaguardia dei valori ambientali e paesaggistici
dell’isola.<<<
De Angelis, Francesco (Ischia 1914-1984).
Pittore naïf, figlio di Luigi. «Sotto la guida paterna il giovane
Francesco muove i primi passi nel campo della pittura, presto s’impadronisce
della tecnica e può così versare sulla tela la piena dei suoi
sentimenti repressi. Vengono fuori cupi paesaggi dove le case, le persone,
le piante, gli animali somigliano a quelli paterni, ma l’atmosfera in
cui sono immersi è diversa: la giocondità e giocosità paterne
sono svanite ed hanno lasciato il posto a qualcosa di conturbante che è nell’aria
lacerata da sinistri bagliori, nel cielo repentinamente oscuratosi come in
attesa di un imminente temporale. Indimenticabili sono i grandi quadri dove
compaiono file di bastimenti allineati nel porto, tutti forniti di ricche alberature
ed abbondanti vele, che si levano come bianchi sudari contro il cielo violetto,
ma di cui si ha la certezza che non prenderanno mai il largo come se un maleficio
gravasse su di loro. I lunghi moli deserti rendono ancora più tragica
la scena e la caricano di una sublime bellezza» (Michele Longobardo).<<<
De Angelis, Luigi (Roma 1883-Ischia 1966).
Barbiere e pittore, è stato il capostipite di una famiglia di artisti,
uno dei più sensibili pittori italiani della prima metà del
Novecento, molto apprezzato dai primi esponenti stranieri che ad Ischia vennero
a trovare ispirazione per la lorto arte pittorica. «Con la sua pittura è riuscito
ad esprimere l’essenza dell’anima ischitana, lo spirito del luogo
e delle cose nostre, come nessun altro prima di lui. La nostra popolazione
serena, laboriosa, ospitale, ha trovato in lui un interprete fedele e cordiale
dei suoi usi e dei suoi costumi, i luoghi che ci hanno visto nascere hanno
ricevuto dal suo pennello consacrazione imperitura: i cieli luminosi, l’atmosfera
limpida, le case modeste con le facciate dai tenui colori, le pinete, la campagna
si rispecchiano senza difficoltà nelle sue tele. L’intima natura
della nostra isola è colta in pieno, sicché la sua Ischia ci
sembra più vera, perché più poetica di quella esistente
nella realtà... Il suo è un mondo pieno di colori e di allegria,
ma si tratta della stessa apparente allegria che si ritrova nelle opere di
E. de Filippo e di Charlie Chaplin. È la mesta comicità della
più grande maschera napoletana, di Pulcinella, che nasconde le lacrime
sotto il ghigno farsesco della sua mascherina» (Michele Longobardo).
Il Comune d’Ischia gli ha intitolato una strada.<<<
De Libero, Libero (1906-1981). Letterato,
poeta e critico d’arte, fu legato profondamente a Forio, dove frequentava
il Bar Internazionale, sempre affabile con tutti. Colpivano particolarmente
la sua umanità e la disponibilità a discutere di letteratura
e di arte.
De Luca, Alfredo (1909-1935). Ufficiale
di aviazione caduto nella guerra d’Africa del 1935. A Ischia è a
lui intitolata la strada che da Porto conduce a Piazza degli Eroi, costruita
nel 1937.<<<
De Luca, Antonio. Sacerdote e martire isclano,
insorto nel 1799 per la Repubblica Partenopea: insieme ad altri patrioti innalzarono
nell’antica piazza del Borgo di Celsa l’Albero della Libertà.
Soffocato il moto rivoluzionarono, tutti furono impiccati. Nel comune d’Ischia è a
lui intitolata una strada, un tempo detta Via degli Aranci per essere distesa
lungo un aranceto.<<<
De Luca, Saverio (Forio 1821-1905). Parroco
della Parrocchia di San Vito a Forio, succeduto a Lucantonio Milone. Fu pastore
generoso e buono, sempre pronto a portare aiuto dove occorreva; uomo di grande
cultura, era chiamato spesso a predicare nelle chiese isolane.<<<
De Quintiis, Camillo Eucherio (L’Aquila
1675-1733). Adolescente venne a Napoli per gli studi ed entrò nel Noviziato
della Compagnia di Gesù; pronunciò i voti nel 1708 e insegnò filosofia
e discipline umanistiche a L’Aquila e a Napoli nel Collegio Massimo,
dove fu prefetto degli studi. Autore di un poema – oltre 8.000 versi
- in latino sull’isola d’Ischia publicato nel 1726 dal titolo Inarime
seu de Balneis Pithecusarum libri VI, che compose in segno di riconoscenza
verso questa terra, avendo ottenuto la guarigione di un insistente male che
opprimeva le sue mani. Un lavoro, come venne giudicato, «classico per
la lingua, armonioso per la struttura del verso eroico latino, vasto per le
proporzioni». Una traduzione dell’opera è stata pubblicata
nelle edizioni de La Rassegna d’Ischia.<<<
De Rivaz Chevalley, Jacques Étienne
(Svizzera 1801-Casamicciola 1863). Dottore in medicina della Facoltà di
Parigi, fece di Ischia la sua seconda patria, dimorò a Casamicciola
e vi realizzò una Casa di salute, nella quale si potevano trovare
riuniti confortevole accoglienza ed ottime cure mediche. Pubblicò e
sempre ne curò successive ed aggiornate edizioni una accurata Déscription
des eaux minéro-thermales et des étuves de l’île
d’Ischia. Diede la sua opera anche per il ripristino e il risanamento
di alcune sorgenti, ed altre ne trovò lui stesso. La terza edizione
della Descrizione è stata ristampata in versione italiana (curata
da Nicola Luongo) nella collana de La Rassegna d’Ischia. Si
occupò anche di botanica e rintracciò varie piante dell’isola,
di cui preparò un accurato elenco rimasto inedito.<<<
De Siano, Antonino (Sorrento 1884-Lacco
Ameno 1944). Tutti lo chiamavano Baldassarre (che poi era il nome
del padre); faceva il barbiere e il poeta. Poche notizie biografiche ci fornisce
don Pasquale Polito in un suo articolo su Ischia Oggi (n. 12/1973)
con i testi di tre sue poesie, le uniche che restano di una vasta produzione
mai pubblicata ed andata perduta.
De Siano, Francesco (Lacco Ameno 1740-1813).
Fu prete e medico nel suo paese natale. Uomo di grande cultura, ci ha lasciato,
tra l’altro, uno studio storico dal titolo: Brevi e succinte notizie
di storia naturale e civile dell’isola d’Ischia, per servire di
guida, e comodo ai Viaggiatori ed a quei che debbono far uso delle acque e
delle fumarole di detta isola, pubblicato nel 1801. A lui erano soliti
far visita tutti i viaggiatori che, nel contesto del Grand Tour, giungevano
sull’isola, attratti non solo dalle acque, ma anche dagli aspetti paesaggistici
e naturali. Avanzò la prima ipotesi che sulla collina di Monte Vico
si fossero stanziati i coloni greci, fondandovi la città di Pithecusa,
sulla base dei numerosi resti di vasi, tegole e vasellame in genere che vi
si potevano vedere. Egli scrive: «Tutta la superficie di Monte di Vico è realmente
cosparsa di frammenti di tegole e di vasi antichi e dove si raschia il terreno
con la punta del bastone da passeggio vengono alla luce interi strati di cocci».<<<
De Siano, Tommaso (Lacco Ameno 1766-1852).
Ordinato sacerdote, fu per un certo periodo economo della Parrocchia della
SS. Annunziata di Lacco, poi passò nella Curia Vescovile d’Ischia.
A Lacco ricoprì anche la carica di giudice conciliatore dal 1828 al
1833; possedeva sulla contrada Pannella una villa in cui alloggiava molti viaggiatori
nella prima metà del sec. XIX, fra cui vari monarchi. L’edificio
era stato costruito verso il 1616 da un Francesco De Siano, anche lui sacerdote,
che l’utilizzava per residenza estiva. Alla morte di don Tommaso, la
villa fu divisa fra i coeredi ed una parte continuò a funzionare come
bettola. Poi il terremoto del 1883 fece crollare tutto. Su una lapide si leggeva: «Villa
Pannella. Qui si sana per la salubrità del clima e la giocondità del
sito, nella cui amena campagna sorse del cavalier canonico don Tommaso de Siano
il casino, il quale ha avuto l’alto onore di alloggiare sette augusti
monarchi: S. M. il re Francesco I, S. M. il re Ferdinando II, S. M. il re Leopoldo
del Belgio, S. M. il re di Sardegna Carlo Felice di Savoia, S. M. il re Guglielmo
Würtemberg, S. M. il re Massimiliano, l’attuale re di Baviera S.
M. il re Lodovico I, padre augusto di Massimiliano, il quale con molto giovamento
ha respirato per ben tre volte in diverse stagioni l’aria salubre di
sì bello e lieto soggiorno». <<<
Del Balzo, Isabella, regina di Napoli (morta
nel 1553). Sposò nel 1487 Federico, figlio del re Ferdinando di Napoli
al quale succedette sul trono nel 1496. Dimorò per qualche tempo anche
sul Castello d’Ischia. Seguì il marito in esilio in Francia rimanendovi
fino alla morte di lui (1504). Ritornò successivamente in Italia e visse
presso gli Estensi.<<<
Delitto in pieno sole (Film drammatico/thriller
del 1960, Francia; titolo originale Plein Soleil, tratto dal romanzo
di Patricia Highsmith “The Talented Mr. Ripley,” 1955). Regia.
René Clement. Attori: Alain Delon, Maurice Ronet, Marie Laforet,
Elvire Popesco, Viviane Chantel, Erno Crisa, Billy Kearns, Frank Latimore,
Ave Ninchi, Nicolas Petrov. Trama: Tom Ripley viene inviato in Europa
dal signor Greenleaf alla ricerca del figlio Philippe, per riportarlo a casa:
in compenso Tom riceverà cinquemila dollari. Philippe inganna Tom,
facendogli credere che tornerà negli Stati Uniti con lui per accontentare
suo padre, ma in realtà non ne ha nessuna intenzione ed intende rimanere
dov’è, al fianco della fidanzata Marge, che sta per sposare. Mr
Greenleaf, non vedendo alcun risultato, licenzia Tom che, in preda alla disperazione,
uccide Philippe e ne assume l’identità, vivendo la sua vita di
ricco playboy. Ma gli amici di Philippe cominciano a sentire la sua mancanza
ed iniziano a cercarlo, mentre le tracce portano a Tom, che è costretto
a commettere un altro omicidio per evitare di esser scoperto. (da cinematografo.it).<<<
Delizia, Anselmo (Ischia 1922-2002). Studiò nei
seminari di Ischia e Salerno e si iscrisse poi alla Facoltà teologica
dell’Italia meridionale “S. Luigi”. Fu ordinato sacerdote
nel 1946 da mons. Ernesto De Laurentiis e si dedicò con tutte le sue
energie fisiche, intellettuali e spirituali ad organizzare sull’isola
i gruppi giovanili di Azione Cattolica. Trasferitosi a Napoli dette il suo
illuminato contributo alla causa della stampa cattolica e fu direttore responsabile
sino al 1964 de Il Quotidiano. Ideatore della Scuola di Servizio sociale
la fondò a Napoli (1954) presso l’Istituto A. M. Verna, insieme
alla preside suor Elimena Califano e al gesuita padre Azzolino. Sostenitore
delle idee conciliari, promosse, nel 1967, con il cardinale Alfonso Castaldo
la costituzione dell’Editrice Cattolica S. Alfonso, società per
azioni per la pubblicazione di testi collegati ai documenti del Concilio Vaticano
II. Fondò allora la rivista La Chiesa nel Mondo che gli procurò grandi
soddisfazioni e qualche amarezza; ne fu autore, direttore e redattore fino
al 1975. Nello spirito innovativo del Concilio, dette vita a Fuorigrotta al
primo Consiglio Pastorale Foraniale, in cui coinvolse sacerdoti e laici in
una presa di coscienza del ruolo di impegno e di responsabilità ricevuto
dal battesimo. Particolarmente interessato alle questioni sociali della Chiesa
aperte dal Vaticano II, se ne fece interprete e sostenitore con numerosi incontri
culturali, tra cui si ricorda la tavola rotonda sulla enciclica di Paolo VI Sollecitudo
rei socialis, nella sede Rai di Napoli. Negli anni della maturità si è dedicato
alla cura assidua degli intellettuali cattolici (MEIC), curando i gruppi di
Ischia, Fuorigrotta, Pozzuoli, Monte di Procida, ottenendone poi il coordinamento
per tutta la regione Campania. Testimone di Cristo, non trascurò mai
di farsi “prossimo” a quanti avessero bisogno di conforto, di aiuto,
operando nel silenzio e nel nascondimento.
Della Candina (o Candida), Giusto. Castellano
della Rocca d’Ischia quando nel 1494 vi giunse il re Ferrandino in fuga
da Napoli all’arrivo di Carlo VIII. Egli si rifiutò di aprire
le porte del Castello; ma, avendo poi accettato di far entrare soltanto il
re, questi, appena all’interno, lo trafisse con la spada, e le guardie
atterrite lasciarono che tutti entrassero.<<<
Delphis Mediterranean Dolphin Conservation.
Associazione nata per iniziativa di Katia Massaro, per divulgare e proteggere
la presenza dei cetacei nelle acque dell’isola d’Ischia ed a sostegno
della conservazione di un’area chiave per i delfini del Mediterraneo. <<<
Denza, Padre Barnabita. Geofisico e astronomo
eminente, direttore dell’Osservatorio di Moncalieri, intorno al 1880
avviò la realizzazione dell’Osservatorio geofisico sulla
collina della Sentinella di Casamicciola. Progetto che dovette essere riavviato
dopo il 1883, per i gravi danni provocati dal terremoto.<<<
Deuringer, Giacomo. Nativo di Napoli (1920),
ischitano per discendenza materna, ha sempre nutrito un grande amore per Ischia
ed ha sviluppato una intensa attività a favore dell’isola. Dal
1952 al 1956 è stato direttore dell’EVI, e poi fino all’aprile
1964 presidente dell’ente stesso, contribuendo in maniera determinante
all’impostazione e soluzione dei problemi, oltre che allo sviluppo turistico
ed economico, in un periodo che vide appunto la realizzazione di numerose opere.
Fondò e diresse il mensile Ischia l’Isola Verde (1949-1952)
e il quindicinale, insieme con Saverio Barbati, Il Golfo (1953-1954),
e poi Lettera da Ischia (1962), titolo ripreso successivamente varie
volte; nel 1959 pubblicò una Guida dell’isola d’Ischia;
provvide ad istituire la collana pubblicistica “I Quaderni dell’isola
verde”. A lui si devono inoltre la costituzione dell’Associazione
Amici dell’isola d’Ischia e del Circolo Nautico di
Forio. Ha occupato posti importanti anche alle dipendenze della Radio Televisione
Italiana.
Di Costanzo, Angelo (Napoli 1507-1591).
Scrittore e poeta. Appartenente ad una delle famiglie più nobili
e signorili di Napoli, scrisse le Istorie del Regno di Napoli, ma
divenne celebre anche nella poesia latina e italiana e fu in relazione con
Vittoria Colonna e i letterati che le facevano spesso visita sul Castello d’Ischia.<<<
Di Costanzo, Giovanni Battista. Nacque
a Casamicciola il 2 aprile 1743. Volse domanda al vescovo d’Ischia, Mons.
Amato, per andare tra i Redentoristi il 15 novembre 1758; a ridosso della petizione
si legge di pugno di S. Alfonso: “1758, licenza di portare l’abito
a favore di D. Giov. Battista Di Costanzo”. L’autografo si conserva
nell’Archivio liguorino di Pagano. Il Di Costanzo abbracciò la
professione religiosa il 15 maggio 1760, fu confessore di S. Alfonso. Morì nel
1801 in fama di elette virtù (Ischia Nuova a. I n. 5/dicembre
1943). Future ricerche potrebbero fornire maggiori notizie al riguardo.<<<
Di Lustro, Erasmo (Forio 1823-1898). Francescano
dei Minori Osservanti col nome di Padre Giuseppe da Forio. Letterato, scrittore,
oratore e teologo, fu fautore dell’Unità d’Italia e di Roma
capitale; si era formato alla scuola napoletana di libertà e di cultura
di Basilio Puoti. Tra il 1861 e il 1862 fu costretto a dimettersi dall’Ordine,
a causa delle sue idee politiche, ma gli fu concesso di iscriversi al clero
secolare. Tra i suoi scritti la Vita di Giuseppe Garibaldi (Napoli
1861/67) e la traduzione in italiano delle poesie di Percy Bysshe Shelley (1878).<<<
Di Lustro, Filippo. Nato a Forio intorno
al 1777, fu un patriota della Repubblica Napoletana del 1799. Morì in
Egitto, dove si era arruolato nell’esercito francese, durante un combattimento
contro i Turchi (1800). A Forio gli è intitolata una strada.
Di Maio, Vito. Nativo di Forio (1907-1989),
dopo aver intrapreso vari lavori, nel 1936 divenne proprietario della Tipografia
Epomeo (ancora oggi in attività), esercitando l’arte tipografica
sino al 1984. Appassionato di poesia, nelle sue composizioni ha preferito esprimersi
in parlata foriana, di cui è stato uno degli ultimi cultori e autentico
esponente della sua esatta dizione. Molte sue poesie sono state pubblicate
nella raccolta Divagazioni, poesie in parlata foriana (1987) con presentazione
di Giovanni Castagna, che la considera «il più grande atto di
amore di Vito Di Maio per la sua terra natale, la sua Forio».<<<
Di Meglio, Domenico (Ischia 1880-1967).
Pescatore sulle orme di famiglia, si fece carico anche dei problemi della categoria,
sempre pronto a difenderne i diritti in un periodo storico molto difficile,
e a rivendicarne un ruolo attivo nella vita economica e sociale dell’isola. «Rappresentante
e portabandiera dei piccoli pescatori, alle prese con i loro mille problemi
di sopravvivenza, era attivamente impegnato in politica». Componente
della Camera dei Fasci e delle Corporazioni, diventa consigliere comunale d’Ischia
e assessore. Si ricordano le sue battaglie a livello provinciale e nazionale
per la piccola pesca. Autore di un opuscolo sull’origine della pesca
con la lampara, con presentazione di Vincenzo Telese.<<<
Di Meglio, Francesco (Barano). Sacerdote
vissuto tra la fine del XIX e l’inizio del XX sec.; fu valente oratore,
spesso chiamato per i “quaresimali” anche fuori dell’isola.
Parroco dello Schiappone. Dall’Irpinia introdusse la devozione di S.
Gerardo che si venera nella parrocchia di Piedimonte.
Di Meglio, Giuseppe. Nativo di Piedimonte
(Barano), fu odinato sacerdote nel dicembre 1929 e nel 1935 entrò nella
Segreteria di Stato del Papa come Officiale. Nel 1937 fu inviato alla Nunziatura
Apostolica di Vienna, dove visse il difficile periodo dell’occupazione
da parte della Germania. Altri importanti incarichi gli furono successivamente
affidati e sempre spese la sua esistenza al servizio della chiesa. Completamente
cieco dal 1967, morì a Roma nel luglio 1994.<<<
Di Meglio, Raffaele (Ischia 1952-2004).
Artista che «dipinge e scolpisce come uno Zarathustra fuori tempo, un
Gesù in ritardo, un Messia senza udienza in questo secolo in cui santoni
e guru operano col computer ed usano haschich e marijuana per penitenza, eroina
per assoluzione finale. Di Meglio invece urla, impreca, piange solitario nel
deserto, e nella sua invenzione dolente la sofferenza umana si disumanizza,
diventa mostruosa e deforme accusatrice come il bisturi del chirurgo che mette
a nudo il cancro letale della nostra civilizzazione. La novità del suo
procedimento è soltanto apparente. Di Ischia, senza essere ischitano
nella tematica e nelle intenzioni. Di Meglio opera a vivo sulla materia - specie
i bellissimi legni - ma con dietro un bagaglio di strutture e conoscenze che
ne fanno, nel suo genere, una specie di piccolo maestro. Con una limitazione
tuttavia dovuta alla sua stessa violenza. In ogni suo lavoro infatti quella
che si nota è la mancanza di pietà. Scomparse - forse per sempre
- dal suo discorso la dolcezza e la tenerezza della sua terra natale? Il tempo
ce lo dirà» (Enrico Giuffredi).<<<
Di Meglio, Scipione. Nato a Casamicciola, è stato
esponente della vita amministrativa locale, eletto più volte consigliere
comunale. Personaggio di spicco anche nello sport calcistico, prima come arbitro
regionale e poi come allenatore sia dell’Ischia che dell’Aenaria,
del Casamicciola, del Lacco Ameno, negli anni 1950/1980.<<<
Di Meglio, Umberto (Ischia 1923-1985).
Laureato in giurisprudenza. Si dedica alla politica e viene eletto consigliere
comunale ad Ischia nella lista della DC (1960) e dopo le elezioni del 1964
assume la carica di sindaco, che già aveva tenuto alla fine del periodo
precedente subentrando a Vincenzo Telese. Dal 1970 al 1975 è consigliere
di una lista civica. Nel 1975 ritorna nella DC ed è di nuovo sindaco
sino all’inizio del 1978. Assume poi la presidenza dell’Azienda
Turismo delle isole d’Ischia e Procida.<<<
Di Meglio, Vincenzo (Barano ?–1987).
Medico, svolse la sua attività prevalentemente in Africa. Da poco laureato,
nel 1929 fu nominato podestà di Barano e si impegnò attivamente
nell’esercizio del potere amministrativo, riuscendo a dotare il paese
della luce elettrica. Quando nel 1935 ebbe inizio il conflitto etiopico, chiese
di partire volontario come medico civile. Fu nel deserto dell’Ogaden,
nelle città di Harrar e di Asmara, dove allestì e diresse ospedali
civili. In Eritrea svolse una intensa attività professionale e politica,
soccorrendo italiani ed indigeni, cooperando con i missionari. Alla fine delle
operazioni belliche, fu eletto presidente del Comitato Rappresentativo degli
Italiani d’Eritrea; come tale difese gli interessi degli italiani e degli
eirtrei innanzi alle Nazioni Unite a New York. Fu poi mandato in Arabia Saudita
a dirigere l’ospedale-maternità di Gedda. Nel 1961 fece ritorno
a Barano. <<<
Di Scala, Andrea e Giorgio. Due eroi di
Testaccio per la patria. Andrea (1889-1968) combatté nella prima guerra
mondiale in prima linea alla memorabile azione di Monte Sei Busi; riportò gravi
ferite e fu dichiarato mutilato di guerra a vita. Giorgio (1917-1942), figlio
di Andrea, cadde per la patria in Dalmazia, durante la seconda guerra mondiale:
marinaio nocchiere, faceva parte del reparto Assaltatori della Marina militare.
Una lapide ricorda i due eroici combattenti. <<<
Di Scala, Gaetano. Fotografo isolano. Negli
anni 1950, mentre si affermava sempre più il turismo, ebbe modo di fotografare
tutti i famosi personaggi (attori, attrici, uomini politici) che presero a
frequentare l’isola e soprattutto Lacco Ameno. I suoi servizi erano richiesti
da giornali e agenzie di tutto il mondo. Era solito spostarsi da una località all’altra
con la sua “Lambretta”. In una intervista rilasciata al giornalista
G. Mazzella racconta che per fotografare Lawrence Olivier, ospite presso Sir
W. Walton, dovette travestirsi da contadino, nascondendo la macchina fotografica
nel sacco, mentre per Alida Valli, che prendeva il sole sulla spiaggia di S.
Francesco, ricorse al trucco dell’urlo per farla voltare e fotografarla
in viso. Le sue foto di A. Toscanini, mentre usciva dallo stabilimento termale
di La Rita, fecero il giro del mondo. <<<
Di Spigna, Alfonso (1697-1785). Nativo
di Lacco Ameno, pittore allievo di Francesco Solimena, dimorò sette
anni a Genova dove eseguì una Annunciazione oggi perduta. Verso
il 1734 ritornò a Ischia ed intraprese a lavorare per molte chiese dell’isola,
tra cui la Confraternita di Visitapoveri di Forio, ma anche di Napoli. «Se
nella pittura del Nostro dominante appare la lezione del grande maestro Solimena,
la sua cultura figurativa è composita giacché, accanto ad influssi
paralleli del celebre coetaneo e condiscepolo Francesco de Mura, non è difficile
isolare forti impressioni ricevute a Genova e forse in un viaggio terrestre
di ritorno, dovendo in volta in volta ricordare il cromastismo acceso del Baciccio,
riferimenti allo Strozzi, all’Ansaldo, al Conca, al Trevisani» (Giuseppe
Alparone).
Di Tarsia, Galeazzo (Napoli 1520-1553).
Barone del feudo di Belmonte in Calabria, ebbe una vita breve e tempestosa.
Poeta petrarchista, autore di un Canzoniere pubblicato postumo nel
1617. Fece parte della corte letteraria di Ischia e scrisse la maggior parte
delle sue Rime in lode di Vittoria Colonna, conosciuta sul Castello tra gli
anni 1517-1520 e di cui fu castissimo amante. Nel mare da cui emerge l’isola
bella trovava confronti al suo stato: “Tempestose, sonanti e torbid’onde,
/ Tranquille un tempo già, placide e chete / Voi foste al viver mio
simili, e siete / Simili a le pene ampie e profonde”. <<<
Diciottenni al sole (Film comico del 1962,
Italia). Regia: Camillo Mastrocinque. Attori: Gabriele Antinini,
Loria Bazzocchi, Lars Bloch, Mario Brega, Fabrizio Capucci, Paolo De Bellis,
Paola Del Bosco, Spiro Focas, Lisa Gastoni, Gianni Garko, Franco Giacobini,
Ignazio Leone, Giampiero Littera, Luisa Mattioli, Eleonora Morana, Bruna Mori,
Oliviero Prunas, Margarete Robsahm, Stelvio Rosi, Catherine Spaak, Anna Maria
Ubaldi. Trama: Tre giovani: Lello, Nanni, Nicola arrivano ad Ischia
per una vacanza. Si uniscono ad una comitiva già presente sul luogo
e si dedicano accanitamente alla conquista dei cuori femminili. Nicola si innamora,
grazie alla coincidenza di un cognome identico, di una francesina. Lello, per
corteggiare una bella ragazza tedesca, frequenta una giovane del luogo, Vania,
che gli dà lezioni di tedesco. Nanni, per raggiungere l’inaccessibile bellezza
isolana di Franca, si finge un evaso dal penitenziario di Procida. Il fidanzamento
di Nicola con la francesina omonima e di Lello con la bella insegnante di tedesco
corona la breve vacanza. Nanni sarà invece abbandonato da Franca, allorché il
suo imbroglio sarà scoperto (da cinematografo.it). <<<
Diez, Lothar (Monaco 1896-1976). Scultore
tedesco che dal 1960 al 1975 è sempre ritornato ad Ischia, dove era
amato e stimato da tutti. A Sant’Angelo, suo soggiorno preferito, regalò un
rilievo in bronzo incastonato nel muro, dove di solito si sedeva, raffigurando
la torre, i pescatori, le barche e in un angolo se stesso con il suo eterno
basco.
Dillis, Georg von. Pittore tedesco, venne
ad Ischia nel 1830 al seguito di Ludwig I, re di Baviera. Girando per l’isola,
ebbe modo di appuntare sui suoi quaderni schizzi e disegni di varie località.
Noti i suoi dipinti che ci mostrano la Pannella di Lacco Ameno. <<<
Diocesi. Le origini della chiesa isclana
o insulana sono molto incerte. Il primo vescovo, di cui si fa menzione, è Pietro,
che prese parte al III Concilio Lateranense nel 1179, ma l’esistenza
del capitolo è documentata dal 1084. L’eruzione dell’Arso nel
1302 ha certamente distrutto fonti documentarie al riguardo; ed infatti si
riscontra un vuoto nel catalogo dei vescovi tra il 1206 e il 1295, che presenta
un sol nome, Matteo, ricavato da un documento pontificio del 1239. Dopo la
citata eruzione, il vescovo con il capitolo e la cattedrale si spostarono sul
Castello. Qui si svolse per secoli la vita di buona parte degli isolani. Soprattutto
nei secoli XV e XVI il Castello fu luogo di convegno di uomini d’arme,
di uomini di governo, di letterati. Nel 1810 il Vescovo abbandonò la
sede del Castello e prese dimora nel palazzo del Seminario. Il Vescovo d’Ischia
anticamente e fino al 13 ottobre 1770 aveva giurisdizione anche sull’isola
di Ventotene, poi passata sotto quella del Vescovo di Gaeta. L’esistenza
della diocesi è stata più volte messa in discussione e sul punto
di essere soppressa. Nel 1818, inclusa secondo il Concordato tra quelle da
sopprimere, fu conservata per volontà del re di Napoli; nel 1925 restò vacante
per circa 4 anni; nell’ultimo riordino delle diocesi, dopo essere stata
vacante per quasi un decennio (1970-80), fu riconfermata nel 1980. <<<
Disinquinamento marino. Nel 1975 la Cassa
per il Mezzogiorno approva un progetto che prevede due impianti di depurazione:
uno a Forio, nella zona di Citara, al servizio dei comuni di Ischia, Casamicciola,
Lacco Ameno e Forio, l’altro per i comuni di Barano e Serrara Fontana
in località Punta della Signora; è anche prevista la costruzione
di un enorme collettore che attraversi in galleria molta parte del territorio.
Dopo le varie approvazioni, nel dicembre 1976 avviene la consegna dei lavori
al Consorzio Adedicla. Intanto la futura gestione delle fognature viene prevista
in affidamento al consorzio che ha già cura dell’acquedotto (CAFI).
Prima e dopo l’inizio dei lavori si accendono discussioni e contrasti
in merito alle scelte e soluzioni prospettate. In primo piano si trova il comune
di Forio, che non gradisce l’ubicazione del depuratore a Citara, sicché si
progetta uno spostamento nella zona vicina al campo sportivo. Ma il problema
resta sempre incerto e cominciano a prospettarsi soluzioni diverse e contrastanti.
Poi il silenzio cala su tutta la vicenda, fino a quando il progetto viene abbandonato
del tutto e per ogni comune si avvia una soluzione specifica.
DOC (Denominazione di origine controllata).
Sigla introdotta con un decreto del 1963, per attestare l’origine di
un vino in Italia. Sostituita a volte dall’altra DOCG (Denominazione
di origine controllata e garantita). Molti vini d’Ischia sono dotati
di questo marchio. <<<
Dohrn, Anton (1840-1909). Fondatore della
Stazione Zoologica di Napoli (1872-73), istituto di ricerca nel campo della
biologia marina al servizio del mondo scientifico internazionale. Aveva ad
Ischia una villa sulla collina di S. Pietro, nelle adiacenze del porto, dove
ospitava gli studiosi che giungevano a Napoli, e poi trasformata anch’essa
come parte della Stazione zoologica di Napoli: oggi vi è ospitato il
Laboratorio di Ecologia del Benthos.
Dosso di ristagno. Collina formatasi dall’accumulo
di lava trachitica che, troppo viscosa, non poté svilupparsi in colata.
Si formarono così il monte Toppo, la Costa del Lenzuolo,
la Costa Sparaina. <<<
Douglas, Norman (Austria 1868-Capri 1952).
Scrittore nato da una famiglia scozzese. Dopo una breve carriera diplomatica,
fissò la sua dimora nella incantevole baia di Napoli. Autore del romanzo South
Wind (1917) e di libri di viaggio, tra cui Siren Land (1911), Old
Calabria (1915), Summer Islands (1931). In quest’ultimo
sono descritte le isole di Ischia e di Ponza; ne sono state pubblicate anche
varie edizioni con la traduzione in lingua italiana.
Domeniche senza macchine. 1973: il divieto
di circolazione delle autovetture per motivi anticongiunturali, in tutti i
giorni festivi, permette di ammirare nuovi aspetti dell’isola; si riscopre
il piacere di passeggiare, padroni dei centri urbani e di ogni percorso, senza
pericoli di sorta, si gusta il vantaggio di un certo silenzio; si va alla ricerca
di una natura mai guardata con tanta insistenza. <<<
Dottor Antonio, Il (Film
drammatico del 1937, Italia. Dal romanzo omonimo di Giovanni Ruffini nella
riduzione di Gherardo Gherardi). Regia: Enrico Guazzoni. Attori:
Margherita Bagni, Vittorio Bianchi, Enzo Biliotti, Guido Celano, Ennio Cerlesi,
Giannina Chiantoni, Romolo Costa, Olinto Cristina, Rocco D’Assunta,
Ornella Da Vasto, Enzo De Felice, Augusto Di Giovanni, Mino Doro, Giuseppe
Duse, Claudio Ermelli, Luigi Esposito, Cesare Fantoni, Giovanni Ferraguti,
Giovanni Ferrari, Maria Gambarelli, Aristide Garbini, Alessio Gobbi, Gilberto
Macellari, Achille Majeroni, Michelangelo Malaspina, Ermena Malusardi, Alfredo
Menichelli, Giovanni Onorato, Luigi Pavese, Massimo Pianforini, Lamberto Picasso,
Alfredo Robert, Vinicio Sofia, Pietro Tordi, Alessandra Varna, Tina Zucchi. Trama:
Durante i moti del ‘48 in Italia, un dottore ha occasione di incontrare
e guarire da una grave ferita una signorina inglese. Tra i due si intreccia
un idillio, che viene interrotto a causa della improvvisa partenza del dottore
per Napoli, dove egli prende parte alla rivolta. Arrestato, viene condannato
a molti anni di carcere. Ma l’inglesina riesce a corrompere un carceriere
e a facilitare così la fuga del proprio fidanzato (da cinematografo.it). <<<
Dragut (o Caramustafà). Corsaro
che assalì e saccheggiò l’isola nel 1548 e 1552, facendo
preda di ricchezze e di persone.
Drechsler, Marika. Pittrice amica di Ischia.
Nata in Cecoslovacchia, sposata in Italia, ha sempre avuto un forte richiamo
verso l’isola d’Ischia, amando girare per le strade e cogliere
angoli inediti, bellezze della natura, singolarità dell’opera
umana da riportare nella sua pittura. «Guarda un po’ – soleva
dire -, l’Epomeo non è mai uguale, ogni stagione lo veste di tinte
fantastiche e mai le stesse. Ogni punto dell’isola offre lo spettacolo
paesaggistico che seduce e invita a lavorare». <<<
Duomo lavico. Ammasso roccioso di forma
emisferica che si determina quando il magma di lave molto viscose non riesce
a scorrere e resta intrappolato all’interno del cratere vulcanico. Tali
sono il Castello aragonese e il Monte Sant’Angelo ascrivibili a episodi
vulcanici verificatisi rispettivamente 130.000 e 100.000 anni fa (Vezzoli).
Duzyk, Jòzef. Scrittore polacco, vissuto in Italia
otto anni, lavorando a Roma nella Biblioteca dell’Accademia Polacca delle
Scienze. In un libro (Wedròwk Wlowki, 1985), in cui riporta
le sue esperienze italiane, alcune pagine sono dedicate all’isola d’Ischia,
all’ascensione all’Epomeo, a Lacco, al Soccorso, a Ischia Ponte.
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