DAL 17 AL 21 FEBBRAIO 1993,
NEI LOCALI DELLA MOSTRA D'OLTREMARE, LA QUARTA EDIZIONE DELLA MOSTRA
MERCATO DEL LIBRO
GALASSIA GUTENBERG 1993
di Carmine Negro
Cinquantacinquemila visitatori, trecento editori,
cinquecento tra autori e relatori intervenuti, settemila studenti
provenienti da cento scuole : questa in cifre Galassia Gutenberg 1993.
Promossa dall'associazione Galassia Gutenberg e dall' Ente Autonomo
Mostra d'Oltremare in collaborazione con l'Unione Industriale di Napoli
la manifestazione di quest'anno si è articolata su due momenti
principali. Il primo ha fissato l'attenzione sui problemi della diffusione
e promozione della lettura mentre il secondo attraverso una serie
di seminari e dibattiti ha affrontato le complesse dinamiche del rapporto
tra Nord e Sud del nostro paese.
L'associazione Galassia Gutenberg in collaborazione con l' ALICONFCOMMERCIO
e con il quotidiano "Il Mattino" ha promosso un'indagine
sulla lettura nel Mezzogiorno collocata nella sezione "I diritti
del lettore"; questo per poter disporre di dati piu' aggiornati
e di indicazioni di carattere qualitativo sullo stato della lettura
al Sud partendo da quei luoghi di maggiore frequentazione del lettore,
come ad esempio le librerie che nel Mezzogiorno e in Campania sono
meno numerose e sviluppate che nel resto del paese. L'obiettivo era
quello di raccogliere una serie di informazioni sulla diffusione e
sul consumo di libri in un'area del paese tradizionalmente considerata
debole nel panorama del mercato editoriale nazionale.
Attraverso la identificazione delle abitudini di acquisto dei libri
e delle modalità di lettura l'indagine ha inteso pervenire
ad un identikit del lettore campano. La ricerca si è basata
su interviste telefoniche condotte su un campione rappresentativo
della popolazione dell'Italia Meridionale e sulla compilazione di
un questionario rivolto ai lettori/acquirenti di alcune significative
librerie campione e ai lettore de "Il Mattino".
I risultati dell'indagine, condotta dal Dipartimento di Sociologia
dell'Università degli studi di Napoli e dalla Società
DEAM, indicano, tra l'altro, che in Campania si vende poco più
del 4% del prodotto nazionale mentre nel Mezzogiorno non si supera
il 16%, in Italia, poi, 23 famiglie su 100 non ha nessun libro. Mentre
i dati rivelano che il consumo di libri è basso il mercato
editoriale riversa sugli scaffali delle librerie ogni anno 35000 novità
disorientando il lettore. "Lo smarrimento di fronte alle novità
librarie può trasformarsi in estraneità nel caso di
una platea di lettori deboli, disabituati a considerare il libro come
qualcosa di utile e di piacevole." Per questo è stata
promossa l'iniziativa I diritti del lettore ; sono stati raccolti
in un opuscolo, pubblicato dalla casa editrice Liguori con il titolo
Manifesto dei diritti del lettore, gli interventi di critici, sociologi,
responsabili di pagine culturali. In esso si definisce la strategia
per la diffusione del libro, definito merce, protesi, specchio, sogno,
metafora, puttana, diritto, progetto; per fare affari bisogna fare
cultura, per vendere libri bisogna occuparsi del lettore, assumere
informazioni su di lui, blandirlo, irretirlo; mettere al centro del
discorso culturale e commerciale colui che legge , soprattutto al
Sud dove sono rare le persone che mostrano sensibilità per
questa attitudine .
L' invito alla lettura di Galassia Gutenberg 1993 non voleva solo
rispondere all'esigenza di ampliare un mercato da tutti giudicato
ristretto e potenzialmente molto dilatabile ma altresi' socializzare
il piu' ampio numero possibile di persone al libro e a tutto cio'
che intorno al libro ruota e si costruisce: la formazione scolastica
e professionale, la coscienza sociale e civile, la formazione delle
idee e di progetti, l'organizzazione del tempo libero, l'informazione,
la curiosità per quella crescita sociale e civile di tutta
la società meridionale. E a quest'ultimo punto è stato
dedicato il secondo momento di questa manifestazione: "Laboratorio
Sud". I grossi temi della mafia, delle tangenti, del leghismo,
hanno inondato il mondo dell'informazione e dell'editoria sottolineando
in negativo il processo di meridionalizzazione che avrebbe colpito
la società italiana.
Galassia Gutenberg ha voluto analizzare, da piu' punti di vista, i
recenti drammatici episodi mafiosi, la corruzione istituzionale e
politica e piu' in generale il fenomeno secessionista, vista l'importanza
che riveste nell'attuale panorama culturale ed editoriale italiano,
con l'intento di ritagliare uno spazio che consenta di promuovere
e rilanciare l' immagine di un mezzogiorno operoso, creativo e propositivo.
Primo significativo appuntamento è stato l'incontro tra il
giudice Antonino Caponnetto, Saverio Lodato e Mons. Antonio Riboldi
e gli studenti sul tema "Lotta alla mafia: quale futuro?"
Antonio Caponnetto che ha scritto la prefazione del libro, di prossima
uscita, di don Antonio Riboldi ha citato alcuni episodi che lo hanno
particolarmente colpito cosigliando la lettura di quello che ha definito
un "insegnamento di vita veramente prezioso". Riferendosi
a quanto scriveva Giovanni Falcone: "Le nostre idee seguiteranno
a camminare sulle gambe degli altri" si è rammaricato
per quella frase pronunciata all'indomani della morte di Paolo Borsellino:
"tutto è finito". "E' stato come ammazzare per
la seconda volta i miei due amici. Ora sto portando, dove posso la
loro testimonianza" ha aggiunto il giudice-simbolo della lotta
alla mafia in una sala gremita che lo applaude piena di curiosità
ma anche bisognosa di speranza. Gli studenti si affollano con le loro
domande al microfono e lui risponde che "non si può pensare
di sconfiggere la mafia senza cambiare questo sistema politico, che
le mummie e i sarcofaghi devono tirarsi in disparte, con le buone
o con le cattive, ... che il cambiamento deve avvenire nel rispetto
delle regole democratiche evitando con ogni forza i possibili sbocchi
autoritari, ...che l'arresto di Riina non è il risultato dell'abbandono
da parte della mafia". Dopo aver parlato degli appalti definiti
vero cemento tra politica e mafia a proposito del terremoto dice:
"Potrebbe essere tardi per indagare, in tutti questi anni c'è
stata la possibilità di far sparire molte carte. Ma io ho fiducia
nell'iniziativa del presidente Scalfaro, che porterà senz'altro
a dei risultati positivi".
Don Riboldi, dopo aver ricordato un episodio del suo libro in cui
un camorrista gli chiedeva il perchè invece di occuparsi della
Madonna, si soffermava tanto su loro "vermi schifosi" si
scaglia contro le grandi aziende che dismettendo al Sud per assumere
lavoratori al Nord favoriscono la camorra "..così ci danno
veramente l'inferno"
La "questione settentrionale" è stata affrontata
in un provocatorio seminario con successivo dibattito promosso dall'Imes
e dalla rivista Meridiana dal titolo "Quale nord quale Italia?
L'Italia settentrionale tra crisi di egemonia e ricerca d'identità".
Per Silvio Larnaro la "questione settentrionale" che affligge
la vita pubblica italiana, non si identifica con i "torti"
e con l'egoismo del Nord capitalistico-industriale nei confronti delle
regioni meno floride del paese. "Poichè il termine <questione>,
nel lessico politico degli ultimi cento anni si riferisce sempre a
un qualche gruppo di arretratezza (la <questione sociale>),
il ritardo specifico accumulato da Piemonte, Lombardia, Veneto e via
seguitando consiste invece in una visione esasperatamente municipalistica
della politica, in un disinteresse sostanziale per le istituzioni
del Regno prima e della Repubblica poi." Il fenomeno è
di antica data, e risale ai modelli culturali cui si ispira una classe
dirigente (Melchiorre Gioia, Giovan Domenico Romagnosi e in buona
parte anche Carlo Cattaneo) che si preoccupa soprattutto di bonifiche,
di strade ferrate, di tecniche agricole, di scavi minerari, di mercato
dei capitali, di attivazione di nuove industrie. Siano liberisti o
protezionisti, per la loro "filosofia civile" il potere
politico deve assolvere con discrezione un compito tutorio, assecondando
l'iniziativa privata senza frenare l'intraprendenza con eccessi legislativi,
intralci burocratici o supplenze non richieste. Le élites meridionali,
invece, sono immerse da anni in una cultura <di stato>, che
implica un concetto della politica come principio ordinatore dei comportamenti
collettivi e come strumento di codificazione delle relazioni private.
La conseguenza è un paradosso : è il ceto politico meridionale
quello che appare più impegnato a disegnare uno sviluppo complessivo
del paese, e che predispone tutta la gamma di sussidi necessari all'industrializzazione,
se non altro perchè la borghesia settentrionale si ritrae con
aperto fastidio dall'esercizio delle pubbliche magistrature. La grande
colpa della borghesia del nord risiede nella vocazione centripeta,
nello scarso spirito unitario, nel rifiuto delle responsabilità
insite in un'egemonia per tanti versi obbligata. Alla luce di queste
considerazioni, per l'autore, il leghismo non si presenta come un'escrescenza
temporanea, in balia della congiuntura e votata a un inevitabile declino
ma come il tentativo di spendere giudiziosamente un gruzzolo di supremazia
troppo a lungo risparmiato. Il <buon senso lombardo> di cui
Cesare Correnti auspicava la sopravvivenza già nel 1860 ora
rivendica il diritto a godersi i frutti del proprio lavoro ora ambisce
a impugnare le redini di un paese di cui non gli è mai importato
molto ma che in una situazione di dissesto promette alla fin fine
di far combinare qualche buon affare. Con questo la Lega si esime
dal fare i conti con la crescita lenta e costante di un nuovo Mezzogiorno,
che malgrado mafie, camorre, sprechi e clientele non è affatto
l'inferno ma un'area geoeconomica e geopolitica che con tutte le sue
contraddizioni possiede risorse tali da impedire neocolonialismi e
tribalizzazioni che renderebbero l'Italia l'immondezzaio d'Europa.
Per Pietro Bevilacqua, direttore di Meridiana, " Guardare all'Italia
nel suo complesso, dopo l'Unità, dal punto di osservazione
del Sud, ha consentito di vedere gli squilibri, le profonde diversità.
Il carattere privilegiato dell'osservazione dal Sud si è appiattito
su uno stereotipo sul quale è stato schiacciato l'intero paese.
Tutti i segni positivi sono stati caricati sul Nord e questo ha impedito
di guardare alla storia nazionale dal punto di vista più alto
dello sviluppo. Nel momento in cui tutto viene rimesso in discussione
c'è bisogno di una ricentratura del punto di osservazione"
La manifestazione della Mostra d'Oltremare ha presentato, comunque,
molti altri momenti di incontro, di dibattito, di presentazione di
nuovi volumi.
Per Gerardo Marotta, direttore dell'Istituto per gli Studi Filosofici,
"Galassia Gutenberg ha un pregio rispetto le fiere di Torino
e Francoforte; là si offre merce qui si fa cultura. Questa
mostra diventerà sempre più un fenomeno culturale, un
momento di scambio, uno specchio della cultura del Sud. L 'anno venturo
faremo venire anche i giovani, ospiteremo fogli, giornali e giornaletti,
tutto quello che si muove nel Meridione."
SU