Violenta
e sublime: Napoli, città d'arte
di Carmine Negro
La mostra sui rapporti tra Napoli e Vienna durante
il viceregno austriaco, organizzata dal sovrintendente ai Beni Artistici
e Storici di Napoli Nicola Spinosa e il responsabile per la pittura
europea del Kunsthistorisches Museum di Vienna Wolfgang Prohaska,
doveva essere inaugurata il 16 settembre scorso a Napoli prima del
trasferimento in Austria. Per le difficoltà a reperire i finanziamenti
necessari il programma è stato invertito e le opere di Francesco
Solimena, il maestro napoletano più richiesto e celebrato dai
sovrani e dai grandi committenti d'oltralpe nel primo trentennio del
'700 e Giacomo del Po, Nicola Maria Rossi, Paolo De Matteis, Francesco
Peresi e di artisti di cultura tedesca che vennero a formarsi nella
bottega del Solimena, sono state esposte da dicembre a febbraio nel
Kunstforum della Banca d'Austria ed ora in questa mostra nelle suggestive
sale di Castel Sant'Elmo. A rendere omaggio alla città nel
giorno dell'inaugurazione i rappresentanti del governo di Vienna:
il ministro consigliere Riedel, i primi segretari Koja e Schubert,
il vicedirettore dell'istituto di cultura austriaca Blacha.
Ma la mostra allestita sul colle che domina la città non è
l'unica a raccogliere i tesori dell'epoca del viceregno austriaco,
molti di essi, meno conosciuti e, quanto a conservazione, meno fortunati
sono custoditi nel cuore della vecchia città nelle chiese tra
Spaccanapoli e via dei Tribunali o appena fuori Porta S. Gennaro nella
Sanità.
Un caso a parte è quello dell'affresco conservato nella chiesa
del Gesù Nuovo: "La cacciata di Eliodoro dal Tempio"
di F. Solimena. Con l'intervento della Banca Popolare di Napoli è
stata restaurata una delle opere decorative più importanti
del barocco napoletano segnalata ai viaggiatori tedeschi e francesi,
che nel 700-800 scendevano in Italia, come una delle meraviglie da
non perdere. Il 24 Marzo 1994 alle ore 19 l'inaugurazione sulle note
di un'opera lo "Stabat Mater" di Giovanni Battista Pergolesi
eseguita dall'orchestra Fedope diretta dal maestro Susanna Pescetti.
L'autore compose lo "Stabat Mater" poco prima di morire
di tisi nel convento dei cappuccini di Pozzuoli (1736) per rimpiazzare
la composizione omonima di A. Scarlatti che non soddisfaceva più
il gusto dominante delle corti europee. Ed è proprio da Napoli
che Pergolesi diffuse nell'intero vecchio continente l'idea di una
musica sacra aperta alle suggestioni della musica di teatro e ad una
concezione soggettiva della religione. Questi criteri valsero a Pergolesi
la simpatia e il successo che gli vennero tributati nel corso del
secolo dei lumi. Ancora oggi lo "Stabat Mater", sempre presentato
dall'orchestra Fedope, all'inaugurazione della mostra sul barocco
napoletano nella città sede del Parlamento Europeo tenutasi
il 10 Marzo 1994, riesce a riscuotere grande successo di pubblico
nel duomo di Starsburgo; in breve tempo venivano esauriti i 2500 posti
a sedere e il resto del pubblico che riempiva le navate laterali doveva
accontentarsi del pavimento. Il sindaco di Napoli A. Bassolino, in
occasione della suddetta mostra, proponendo Napoli "capitale
europea dell'infanzia" e puntando sulla sua grande tradizione
culturale e l'immenso patrimonio artistico, ha tentato di dare della
città un'immagine diversa.
Il periodo del vicereame austriaco non è l'unico e neanche
il più florido nella storia artistica e culturale di questa
città; molte altre preziosità sono presenti in quel
vero museo all'aperto che è il centro antico in coesistono
stratificazioni di civiltà passate, dalla greco-romana alla
gotica, dall'aragonese a quella barocca neoclassica e liberty. Spesso
queste testimonianze sono celate da un traffico che impazza sovrano
e dal degrado che le circonda e talvolta le maschera; i vicoli per
anni abbandonati a se stessi presentano umidi ed angusti bassi ancora
adibiti ad abitazione ed è cronica la carenza di lavoro che
porta ad uno sviluppo selvaggio delle attività più disparate:
contrabbando, lavoro nero, la più varia contraffazione, e perchè
no la spoliazione del patrimonio artistico della città; è
di poco tempo fa la sottrazione di marmi policromi da un transetto
di una chiesa. Parlare a quelli che così debbono "sopravvivere"
dell'importanza di Napoli "capitale culturale" e delle strategie
da concordare per permetterne la sua rinascita, potrebbe non avere
alcun significato se non potrà fruire egli stesso di questi
beni e usufruire dei benefici che possono derivare da un suo sviluppo
industriale: il turismo. Molte altre volte si è tentato di
utilizzare le grandi mostre come volano di attività turistiche
senza preoccuparsi di creare una rete di servizi e infrastrutture
(pacchetti turistici, traffico, sicurezza, ecc.).
Questo periodo sembra caratterizzato da una presa di coscienza verso
la valorizzazione del proprio patrimonio artistico e culturale e dalla
volontà di riorganizzare un settore, quello turistico capace
di produrre nuova occupazione. Intanto l'Europa guarda alla città
che apre i suoi tesori con la manifestazione "Monumenti Porte
Aperte", la imita con l'attività "Adotta Un Monumento"
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